Elena è malata di tumore ma la scuola non può fare la Dad perché non c’è la fibra

I compagni di classe protestano. La preside: “Ho stipulato un contratto con una società che a breve dovrebbe risolvere il problema”

Martedì i compagni di Elena hanno deciso di non entrare in classe, manifestando per chiedere la didattica a distanza per la loro compagna, 17 anni, che da ottobre è costretta a lottare contro un cancro e non può frequentare le lezioni in presenza presso l’istituto tecnico agrario “Sartor” di Castelfranco Veneto.

La studentessa infatti è costretta a seguire le continue terapie di chemioterapia e quindi non può andare a scuola. La soluzione sarebbe la Dad, ma l’assenza di una connessione internet adeguata a supportare le lezioni online sincrone nell’istituto. “Abbiamo scoperto la malattia all’inizio dell’anno scolastico e abbiamo informato la dirigente, che ci ha subito risposto che a scuola non c’era sufficiente banda”, ha dichiarato il padre della ragazza, come riporta Il Gazzettino. Di fronte a questa situazione, i genitori della 17enne hanno chiesto ai compagni di classe di partecipare a una manifestazione davanti scuola. Un appello a cui hanno risposto in molti.

La preside: “Sto lavorando per risolvere il problema”

La dirigente scolastica Antonella Alban ha assicurato che sta lavorando per risolvere il problema. È stato stipulato un nuovo contratto con una società che promette di migliorare la connettività a breve. La stessa preside era intervenuta sulla vicenda dicendo che “alla studentessa è stato concesso un percorso di didattica ‘one to one’ con lezioni pomeridiane con i propri insegnanti. Una soluzione trovata per garantire il diritto allo studio alla 17enne andando anche oltre ai problemi di assenza di Fibra che ha la scuola”, scrive il giornale veneto.

La giovane ha scritto una lettera che ha inviato anche al presidente della Regione Luca Zaia: “So che uscirò vittoriosa, a qualsiasi costo, solo se ci sarà una sinergia perfetta tra corpo e mente. Non posso accettare di non poter seguire il mio percorso di studi insieme ai miei amici e insegnanti. Stare lontana dalla scuola provoca in me un dolore equiparabile a quello di sentirmi malata. Accendete per favore la videocamera e ridatemi il mio pezzo di cielo”.

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