La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane (Crui) il 22 aprile 2021 ha approvato, all’unanimità, il documento “Formazione alla ricerca e reclutamento universitario”. Secondo l’Associazione Nazionale Docenti Universitari (Andu), l’intento dei rettori è quello di ampliare la giungla dei precari e allungare fino a 22 anni la loro permanenza, senza fornire una prospettiva di sbocco alla cattedra.
Per l’Andu, la Crui sta cercando di creare una Superlega dell’Università, in cui a beneficiarne sarebbero gli atenei più ricchi del nord d’Italia attraverso nuovi meccanismi di trasferimento che permetterebbero loro di reclutare i docenti migliori.
Per questo, secondo l’Associazione insegnanti è necessario introdurre un organismo che regoli democraticamente il mondo universitario nazionale, per contrastare “il dannoso ruolo che la CRUI sta svolgendo da decenni elaborando e/o sostenendo le ‘riforme’ che stanno smantellando l’Università statale, ma soprattutto per assicurare l’autonomia del Sistema nazionale universitario dai poteri forti interni ed esterni”.
L’idea è quella di semplificare la rappresentanza dei docenti dovrebbero dividendoli in non più di 6 grandi aree scientifico-disciplinari, che andrebbe poi a nominare il Collegio nazionale di disciplina.
Un punto fondamentale è quello dell’abolizione del precariato, bandendo almeno 25.000 posti di ruolo di professore (di seconda o di terza fascia) in 4 anni e prorogare tutti gli attuali precari fino all’espletamento dei relativi concorsi, cancellare tutte le attuali figure precarie e introdurre una sola figura pre-ruolo di durata triennale, in numero rapportato agli sbocchi in ruolo e con piena libertà di ricerca.
Per evitare però gli interessi personali, il clientelismo e il nepotismo, le prove, fin da quella per l’ammissione ai dottorati, dovrebbero essere nazionali, valutate da professori sorteggiati.