Dipartimenti d’eccellenza: in vetta Statale, Sapienza e Federico II Napoli

Superate Bologna e Padova. Cresce Pisa, scende la Politecnica delle Marche. Distribuiti 271 milioni l’anno alle 180 migliori facoltà d’Italia
foto IPP/Mario Romano Milano 16/4/2018 Inaugurazione Fuori Salone nella foto il cortile della statale Italy Photo Press-World Copyright

L’Università Statale di Milano è la più apprezzata in Italia per coerenza dei progetti valutati, loro fattibilità, contributo alla conoscenza generale e impatto in un cesto di 58 università coinvolte nel censimento scientifico dedicato ai “Dipartimenti d’eccellenza” redatto dall’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur). Sette membri esperti valutano i dipartimenti combinando il punteggio dell’Ispd, l’Indicatore standardizzato di performance dipartimentale (massimo 70 punti) con la valutazione (massimo 30 punti) per ciascuna delle 14 aree scientifico-disciplinari indicate dal Consiglio universitario nazionale (Cun).

Con 13 dipartimenti su 15 ammessi a finanziamento, la Statale è il primo ateneo italiano e aggiunge cinque ex facoltà allo “score”. “Si tratta di un risultato eccezionale, raggiunto pur non avendo attivi al nostro interno i corsi nell’area di Architettura e Ingegneria.”, ha commentato il rettore Piero Franzini. Dalla Matematica a Scienze della terra alle Bioscienze, dai tre dipartimenti medici a Scienze e politiche ambientali, la storica università milanese ottiene medie molto alte nei giudizi sulla ricerca e la didattica e il punteggio massimo per quanto riguarda il Dipartimento di Filosofia “Piero Martinetti”.

Sapienza e Federico II secondo sul podio dell’Anvur

Al secondo posto, con 12 realtà ciascuna, dal 28 dicembre ci sono La Sapienza di Roma e la Federico II di Napoli. Entrambe mostrano crescite sostanziali: l’università romana, la più grande d’Europa, aggiunge quattro dipartimenti a quelli del quinquennio 2018-2022, l’ateneo di Napoli ben sette ai cinque che aveva. Quest’ultimo annovera sette dipartimenti, con 1.500 ricercatori all’interno, al primo posto nella propria aerea di competenza con il massimo punteggio. “La metà del nostro personale impegnato nelle attività di ricerca afferisce a un dipartimento di eccellenza”, sottolinea il rettore Matteo Lorito.

L’exploit di Milano, Roma e Napoli consente loro di superare le due università capofila della precedente tornata: Bologna e Padova. L’Alma Mater, che aveva 14 dipartimenti premiati e guidava la classifica, ne perde tre (ottenendo, comunque, 90,7 milioni di euro per i prossimi cinque anni). L’Università di Padova, che era seconda, perde due dipartimenti, ma gli undici finanziati garantiscono a bilancio 90,9 milioni di euro. I vertici di Bologna si consolano per l’arretramento con le notizie che arrivano dalle borse di studio collegate al Piano di ripresa e resilienza (Pnrr): l’ateneo ne riceverà in totale 254 di cui 172 in collaborazione con le imprese. Queste borse valgono 10,08 milioni di euro. Poi è da segnalare la crescita dell’Università di Parma tra le cinquantotto università che hanno almeno un dipartimento interno premiato.

Chi perde i finanziamenti

Perde finanziamenti invece l’Università Politecnica delle Marche, che da cinque dipartimenti passa a due. Non hanno più realtà finanziate, rispetto alla prima tornata: l’Università Stranieri di SienaCassinoTeramo, l’Università del Salento e quella della Calabria.

Dei 180 finanziamenti, 100 vanno al Nord, 46 al Centro e solo 34 al Sud. La città di Milano ne prende 25, un settimo del totale. La Lombardia 35, il Veneto 22, la Toscana e il Lazio 20, l’Emilia Romagna e la Campania 19. La distanza università settentrionali e università meridionali si allarga. Il maggior numero di dipartimenti di eccellenza è presente nell’ambito delle Scienze mediche con 20 progetti approvati, dell’Ingegneria industriale e dell’informazione nonché Scienze dell’antichità filologico-letterarie e storiche-artistiche con 19 progetti ciascuno ammessi a finanziamento. Seguono le Scienze economiche e statistiche con 18 progetti.

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