Dice no al matrimonio combinato: studentessa salvata dalla preside che la ospita a casa sua

Una ragazza indiana di 19 anni ha raccontato ai prof e dirigente scolastica le violenze subite da parte di padre, madre e zio perché si era rifiutata di sposare un uomo scelto dalla famiglia.

Salvata dalla preside che le ha offerto un rifugio sicuro visto che la famiglia voleva mandarla via dall’Italia per farle sposare un uomo in India: è la storia di una studentessa di 19 anni, che vive in provincia di Modena, che ha dovuto subire violenze ripetute da parte di padre, madre e zio perché si era apposta al matrimonio combinato nel suo paese di origine. La ragazza, innamorata invece di un suo connazionale di 23 anni, ha avuto la forza di chiedere aiuto alla tutor della scuola che frequenta facendo così scattare tutte le misure di tutela previste dal “Codice rosso”.

La notte dello scorso 25 aprile la studentessa ha addirittura dormito a casa della dirigente dell’istituto professionale che frequenta visto che aveva trovato la forza di allontanarsi da casa dopo l’ennesimo episodio di violenza. Le telefonate fatte dagli agenti del commissariato e dagli assistenti sociali che hanno seguito il caso avevano però dovuto constatare che l’assenza di posti nelle strutture idonee all’accoglienza e così la dirigente scolastica si è resa subito disponibile ad ospitare la studentessa a casa sua per una notte.

Una storia che ricorda quella di Saman Abbas, la diciottenne pachistana uccisa in provincia di Reggio Emilia, secondo l’accusa, dai familiari — genitori, zio e due cugini — la notte tra il 30 aprile e il 1 maggio 2021 per aver rifiutato proprio un matrimonio combinato.

La ragazza un mese fa si era rivolta a una sua professoressa chiedendo aiuto e mostrandole i lividi presenti sul suo corpo dopo che il padre, lo zio e la mamma l’avevano più volte picchiata per punirla per quel suo no al matrimonio che avevano già programmato nel loro paese di origine.  “Mi hanno messo a digiuno per due giorni — ha raccontato la ragazza agli agenti allertati dai vertici della scuola — e papà si è messo davanti a me dandomi dei calci. Poi mi hanno fatto bere del latte dal sapore cattivo che forse contiene del sonnifero. Ho trovato tutti i miei vestiti impacchettati per farmi partire”. La famiglia aspettava solo che la 19enne finisse il suo corso a scuola per farla tornare in India.

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