Decreto PA bis diventa legge: ecco cosa cambia per la scuola

Nuova piattaforma “Famiglie e studenti”, cambiano i concorsi e anche i percorsi abilitanti per l’insegnamento

Il dl Pa è legge: il testo, sotto fiducia al governo, è stato votato da 101 senatori, contrari 68 e nessuna astensione. Il provvedimento, il cosidetto decreto “Giubileo” era stato approvato dalla Camera lo scorso 31 luglio. Una delle novità apportate dal testo che riguarderà la scuola italiana riguarda i concorsi, i percorsi abilitanti all’insegnamento e il lancio della piattaforma unica del ministero.

Concorsi

Per i concorsi ordinari le le prove scritte saranno caratterizzate da domande a risposta multipla con tematiche pedagogiche, psicopedagogiche e didattico-metodologiche, oltre a questioni su informatica e lingua inglese. Al termine del periodo di attuazione del Pnrr vi sarà la possibilità di scegliere una prova scritta con più quesiti a risposta aperta volta all’accertamento delle medesime competenze.

Il testo approvato a palazzo Madama stabilisce inoltre che la prova orale verificherà competenze disciplinari, didattiche e relative all’abilità nell’insegnamento. Le graduatorie dei prossimi concorsi potranno essere integrate con i candidati che hanno raggiunto almeno il punteggio minimo, in caso di rinunce. Da sottolineare l’abolizione della norma che dava la precedenza agli insegnanti abilitati. Inoltre, i quesiti dei concorsi ordinari potranno essere predisposti da Università, consorzi universitari, enti pubblici di ricerca o Formez PA.

Percorsi abilitanti all’insegnamento

Per gli anni accademici 2023/2024 e 2024/2025 i percorsi universitari e accademici di formazione iniziale possono essere svolti, a esclusione delle attività di tirocinio e di laboratorio, con modalità telematiche, comunque sincrone, in misura non superiore al 50 per cento del totale (attualmente è al 20%).

Inoltre, il limite numerico precedentemente imposto sul numero di abilitati per specifiche classi di concorso è stato soppresso. Questo significa che non esisteranno più restrizioni al numero di docenti che possono ottenere l’abilitazione in una particolare classe di concorso. I corsi da 30 CFU, rivolti ai docenti in cerca di un’ulteriore abilitazione, saranno erogati online. Questo riguarda sia i docenti specializzati sul sostegno che non sono ancora abilitati, sia quelli che cercano di acquisire una seconda abilitazione.

Inoltre, con emendamento sostenuto dall’intera maggioranza, sui percorsi di abilitazione del personale precario della scuolasia statale sia paritaria, valorizzando per entrambe le categorie l’esperienza professionale già prestata nel sistema nazionale d’istruzione ai fini dell’accesso ai percorsi di abilitazione da 30 CFU: sarà necessario per partecipare aver svolto sevizio per almeno tre anni, anche non continuativi, negli ultimi cinque, di cui uno almeno nella classe di concorso per la quale si sceglie di abilitarsi.

Poiché l’avvio dei percorsi abilitanti necessiterà di tempo per entrare a pieno regime e soddisfare, anno per anno, la richiesta di abilitazioni da parte di tutti gli interessati, si prevede con tale intervento che per i prossimi tre anni, nei casi in cui non si renda possibile l’iscrizione ai percorsi abilitanti per difetto dell’offerta formativa, ai soli fini delle procedure di riconoscimento delle scuole paritarie, si possa prescindere dal possesso dell’abilitazione da parte dei docenti che abbiano almeno tre anni di servizio negli ultimi dieci.

Nuova piattaforma “Famiglie e studenti”

Il Ministero dell’istruzione promuove la progettazione, lo sviluppo e la realizzazione della piattaforma “Famiglie e studenti”, come canale unico di accesso al patrimonio informativo detenuto dal Ministero medesimo e dalle istituzioni scolastiche ed educative statali. Nell’ambito dei servizi digitali a sostegno del diritto allo studio, al fine di semplificare l’ergoaizone delle prestazioni a favore delle famiglie e degli studenti, ottimizzare le attività del Ministero e delle istituzioni scolastiche ed educative statali ed alimentare la sopra indicata piattaforma.

    Altra possibilità che darà la piattaforma sarà quella di autorizzare il ministero ad acquisire i dati, in forma aggregata e privi degli elementi identificativi, suddivisi per fasce, relativi all’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) delle famiglie di cui fanno parte studenti iscritti presso le istituzioni scolastiche, al fine di ripartire le risorse tra queste ultime, privilegiando quelle con un maggiore numero di studenti appartenenti a famiglie bisognose.

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