Coronavirus, preside del liceo Giuseppe Mazzini di Napoli: "Didattica a distanza per breve periodo, poi bisogna rientrare"

“Aumenta gradualmente anche il numero di focolai che si rilevano a livello scolastico”. Il grido di allarme lo ha dato ieri Gianni Rezza, direttore generale della Prevenzione sanitaria del ministero della Salute. La scuola della ministra Lucia Azzolina non è più sicura, almeno dove è ancora in presenza. Si perché ormai oltre la Campania, che il 16 ottobre ha sbarrato i cancelli di primarie e secondarie, ora è la volta, lunedì, della Lombardia per le scuole superiori. Con i professori e gli studenti già in rivolta tra scioperi e minacce di boicottare la didattica a distanza. “Non avevo mai visto problemi di nomine dei docenti come quest’anno”, afferma Gianfranco Sanna preside del liceo Giuseppe Mazzini di Napoli. E la colpa va ricercata nelle graduatorie “fatte dagl uffici scolastici mentre prima erano fatte dalle segreterie delle scuole”.

Tanti gli errori, anche a livello ministeriale. Da ultimo il calcolo sui soldi in cassa per le assunzioni straordinarie del personale scolastico che hanno costretto la ministra penstastellata a bloccare tutto prima di un ulteriore passaggio al Mef per capire come sbloccare la situazione. Stop alle assunzioni dell’organico covid (pensato proprio dalla ministra) sia in Lombardia, Veneto, Molise, Toscana, Abruzzo e Friuli. Una situazione che ha mandato in allarme i dirigenti scolastici: “Abbiamo segnalazioni in tutto il Paese”, afferma il presidente di Anp Antonello Giannelli a Corriereuniv.

Proprio l’Anp, per mano del suo presidente, ha inviato lo scorso 21 ottobre una lettera che chiedeva al Miur e al ministero della Salute di attivarsi per integrare il personale delle Asl in ritardo sulle comunicazioni della messa in quarantena. “Hanno spinto i presidi a prendere delle decisioni di ordine sanitario che non gli spetterebbero – continua Giannelli -. Non possiamo disporre noi la messa in quarantena di studenti ed insegnanti”. E a questo si aggiungono ritardi sula consegna nelle scuole dei test rapidi. Una situazione, insomma, fuori controllo.

“Il protocollo di quarantena lo stiamo facendo noi dopo aver ricevuto la conferma dall’Asl sugli eventuali studenti positivi: comunicazione anonima alla famiglia, la classe viene messa in isolamento fiduciario, mentre i docenti che non hanno avuto contatti possono rientrare dopo qualche giorno”, afferma Sanna. “Avendo aperto con la didattica mista siamo stati avvantaggiati a riprendere quella totalmente a distanza. Che, paradossalmente, ci facilita perché è più difficile gestire la didattica mista che quella o solo a distanza o in presenza”.

Il dirigente scolastico punta il dito contro i contagi esterni alla scuola: “Se si fosse andati avanti aperti saremmo comunque tornati a distanza perché non avremmo retto gli isolamenti – afferma -, è nei trasporti pubblici e negli assembramenti esterni che il contagio avviene maggiormente”. Anche sullo scaglionamento spostato nel pomeriggio i dubbi rimangono perché “gli studenti di pomeriggio devono fare altre attività e non lezioni canoniche”. L’uso continuativo di seguire le lezioni da casa ha, però, i suoi difetti: “Bisogna far in modo di rientrare perché abbiamo notato che a distanza dopo un mese gli studenti perdono la voglia di fare scuola”.

Marco Vesperini

Leggi anche:

https://corriereuniv.it/2020/10/studenti-senza-istruzione-per-mesi-il-monito-del-parlamento-europeo-ridurre-disuguaglianze-fra-stati/
https://corriereuniv.it/2020/10/tracciamento-saltato-sulla-quarantena-decidono-i-presidi-ci-affidiamo-allimprovvisazione/
Total
0
Shares
1 comment
  1. La didattica a distanza, organizzata con lezioni frontali ed interrogazioni, come avviene ancor oggi nella didattica in presenza, ignorando sia la normativa vigente e sia i contributi delle scienze dell’educazione, non è efficace. I ragazzi si annoiano ed adottano strategie di fuga. Occorre, invece, attivare una didattica digitale che coinvolga gli allievi in problemi,solleciti curiosità, motivazioni ed interessi e promuova attività di ricerca-azione nel web. Trovare informazioni, scambiare materiali, discutere ed llustrare documenti e mappe concettuali è un’attività di classe capovolta che vede tutti partecipi e responsabili del lavoro comune. Gli allievi,così diventano sempre più autonomi ed “imparano ad imparare”.

Lascia un commento
Previous Article

Coronavirus, come ridurre la diffusione a scuola

Next Article

Dpcm, i presidi: “Impossibile adeguarci subito alla Dad”. Miur: "Scuole hanno un giorno per rifare orari"

Related Posts