Covid, scuola e contagi: come deve comportarsi la famiglia? La guida

Come bisogna comportarsi in caso di sintomi Covid nei bambini? Quando bisogna avvisare il medico e fare il tampone? Qual è la durata della quarantena?

Con l’aumento dei contagi sono aumentate le classi in quarantena, anche delle scuole primarie, e il controllo in famiglia è il primo controllo del ragazzo o ragazza. Cosa deve fare un genitore ogni mattina per assicurarsi che i ragazzi abbiano tutti i controlli necessari? Ecco una guida che corriereuniv a stilato secondo le indicazioni date dal Ministero della Salute.

Cosa deve controllare ogni mattina la famiglia prima di portare l’alunno a scuola?

Va misurata a casa la temperatura corporea e bisogna verificare che il bambino/a non abbia altri sintomi sospetti Covid. In caso di febbre oltre i 37.5 C° o di dubbio sullo stato di salute, bisogna evitare di portare l’alunno/a a scuola. La procedura corretta: contattare pediatra o medico di famiglia e attenersi alle sue indicazioni.

Cosa deve fare la famiglia nel caso in cui l’alunno manifesti sintomi sospetti Covid a casa?

In questo caso non si deve mandare il ragazzo a scuola. È necessario contattare subito il pediatra o il medico curante. Nel caso fosse necessario sottoporsi a un tampone, è possibile rivolgersi alla farmacia, ospedale o ambulatori Asl più vicino.

Cosa deve fare la scuola nel caso in cui l’alunno manifesti sintomi sospetti Covid in classe?

Va ospitato nella stanza dedicata o area di isolamento, come da procedura di sicurezza. A quel punto il “referente Covid” dell’istituto deve avvisare i genitori della necessità dell’allontanamento dell’alunno/a. Nella fase di affidamento alla famiglia o di allontanamento dello studente maggiorenne, la scuola deve timbrare il modulo di autocertificazione per il tampone. La scuola non deve predisporre nessuna misura restrittiva per la classe e il personale (che potranno continuare a frequentare l’istituto).

Cosa deve fare la famiglia in caso l’alunno venga allontanato da scuola per sintomi sospetti Covid?

Deve contattare subito il pediatra o il medico di base, e attenersi alle sue indicazioni (compresa quella per l’esecuzione dell’eventuale tampone). Potrà eseguire il tampone senza prenotazione solo il soggetto (studente o docente) che abbia già ricevuto un’indicazione dal medico o che provenga direttamente dalla scuola e non sia riuscito a mettersi in contatto con il proprio medico/pediatra. Sarà inoltre necessario presentarsi “punto tamponi” con l’autocertificazione timbrata dalla scuola, documento di identità e tessera sanitaria 

Cosa deve fare l’alunno se gli è stato prescritto o se è in attesa dell’esito del tampone?

In attesa dell’esecuzione o dell’esito del tampone, l’alunno/a non deve andare a scuola ma rimanere in isolamento. Se l’esito del test è negativo, e dopo la valutazione del pediatra o del medico di famiglia, il bambino/a potrà tornare a scuola. Se l’esito del tampone è positivo l’alunno dovrà osservare un periodo di isolamento obbligatorio (almeno 10 giorni dal riscontro del contagio).

Cosa succede se un alunno o un operatore risulta positivo al Covid?

L’alunno deve osservare un periodo di isolamento obbligatorio: almeno dieci giorni dal riscontro della positività, purché siano trascorsi almeno tre giorni senza sintomi, a cui dovrà seguire un tampone naso-faringeo molecolare di controllo. L’esito negativo del test conclude l’isolamento. In caso di prolungamento della positività, l’isolamento si conclude dopo 21 giorni dal primo tampone positivo, purché ne siano trascorsi sette dalla fine di eventuali sintomi. Per il rientro a scuola è comunque necessaria l’”attestazione di rientro sicuro in comunità” rilasciata dal pediatra o dal medico. L’insegnante o l’impiegato scolastico deve osservare un periodo di isolamento obbligatorio di almeno 10 giorni (purché siano trascorsi almeno 3 giorni senza sintomi), a cui dovrà seguire un tampone naso-faringeo molecolare. L’esito negativo del tampone chiude l’isolamento. Se il tampone risulta ancora positivo, il test può essere ripetuto, indicativamente ogni sette giorni. La riammissione al lavoro è possibile solo dopo la negativizzazione del tampone.

Come vanno identificati e gestiti i contatti scolastici?

Asili nido e scuole dell’infanzia: in presenza di uno o più casi Covid tra i bambini, tutti i contatti (bambini e insegnanti/educatori) della stessa classe/bolla vanno in quarantena; in presenza di un primo caso tra educatori/insegnanti, i bambini della stessa classe/bolla vanno in quarantena. Gli insegnanti/educatori vanno in quarantena se non vaccinati o ex casi Covid guariti da più di 6 mesi. Se vaccinati o guariti da meno di 6 mesi, non vengono posti in quarantena solo se si sottopongono a due tamponi (antigenici o molecolari). Se si verifica un secondo caso tra gli insegnanti/educatori, tutti gli insegnanti/educatori vanno in quarantena, indipendentemente dal proprio stato vaccinale.

Scuola primaria e secondaria: in presenza di un caso Covid di un alunno o insegnante, gli alunni della stessa classe non vengono posti in quarantena a patto che si sottopongano a due tamponi (antigenici o molecolari): il primo al “tempo zero”, il prima possibile, entro 48 ore dalla consegna dell’attestazione di sorveglianza con testing da parte della scuola. In attesa dell’esito negativo del test l’alunno non potrà frequentare la classe. Il secondo tampone deve essere effettuato cinque giorni dopo il primo e l’attività scolastica può proseguire dal giorno successivo esibendo l’attestazione di sorveglianza e l’esito negativo del test. Nel caso in cui l’alunno non dovesse effettuare uno o entrambi i tamponi previsti dalla sorveglianza, laAsl disporrà la quarantena. Il personale scolastico (qualora individuato come contatto del caso) sarà posto in quarantena se non vaccinato o ex caso Covid guarito da più di 6 mesi; mentre i vaccinati o guariti da meno di 6 mesi, non vengono posti in quarantena solo se si sottopongono, come gli alunni, a sorveglianza con i tamponi. Non sono considerati validi i referti di tamponi eseguiti in auto somministrazione, mentre resta facoltà della famiglia effettuare i test, con oneri a proprio carico, in altri punti tampone autorizzati e nelle farmacie autorizzate.

cosa deve fare un alunno o un operatore classificato come contatto stretto di caso Covid al di fuori dell’ambito scolastico (ad esempio in famiglia)?

La famiglia deve darne tempestiva comunicazione alla scuola. Il contatto stretto deve osservare la quarantena domiciliare. I compagni di classe e gli altri operatori della scuola non sono soggetti a provvedimenti e pertanto potranno continuare la frequenza scolastica.

Cosa deve fare la famiglia se l’alunno/a ha avuto un problema di salute ma non riconducibile al Covid?

In caso di problemi di salute è sempre necessario riferirsi al proprio pediatra o al medico di famiglia. Nel caso in cui il problema di salute, dopo valutazione medica, non sia riconducibile al Covid, e dunque non si ritenga necessario il tampone, l’alunno/a potrà tornare a scuola secondo le indicazioni mediche. Non è richiesta alcuna certificazione/attestazione per il rientro. Eventualmente la scuola può richiedere una dichiarazione dei motivi dell’assenza in cui il genitore spiega, in caso di assenza per motivi sanitari, che si è attenuto alle indicazioni del pediatra o del medico curante.

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