La prima campanella per gli alunni delle scuole del Lazio non era ancora suonata. Per “partire con la nota giusta” l’Assessorato Istruzione, Diritto allo Studio e Formazione della Regione aveva pensato che niente fosse meglio di un bel concerto rivolto ai rappresentanti del mondo della Scuola: la musica, è cosa nota, ha il potere di riuscire a superare le distanze e abbattere le barriere, anche ideologiche. Un’ottima occasione, dunque, per stemperare la tensione di questi giorni intorno alle polemiche sui tagli e sui discussi provvedimenti annunciati dal ministro Gelmini. Invece sabato 13 presso l’Auditorium della Conciliazione di Roma l’atmosfera che si respirava in sala era tutt’altro che conciliante.
Ouverture patriottica. L’Inno di Mameli suonato soltanto dagli strumenti a fiato e cantato dall’intera platea alzatasi in piedi all’unisono: un’immagine patriottica e marziale che di certo sarebbe piaciuta anche al ministro Gelmini, se “improrogabili” impegni istituzionali non l’avessero costretta a declinare l’invito al concerto. Un’assenza politica pesante, dal momento che erano presenti in gran numero dirigenti scolastici del Lazio, associazioni sindacali e di genitori. Un incontro/confronto mancato che, forse, avrebbe aggiunto qualcosa al dibattito in corso.
Voci interculturali. L’esibizione del coro multietnico “Se… sta voce” dei bambini della scuola Iqbal Masih, capofila a Roma della protesta contro la riforma del ministro Gelmini, era stata pensata «per ricordare il tema dell’accoglienza. Nelle scuole del Lazio, infatti, i bambini stranieri sono il 7% con punte più alte a Roma e Latina», come ha sottolineato l’assessore a Istruzione, Diritto allo Studio e Formazione della Regione Lazio Silvia Costa. La loro esibizione ha rappresentato senza dubbio un bellissimo momento di “interculturalità”: tutti diversi e tutti uguali, bambini/ragazzi dai 6 ai 16 anni dalle provenienze più varie. E l’aria de “L’Aquilone” a ricordare come sia importante andare al di là di ogni steccato.
Costa: “Basta tagli”. I saluti di rito dell’assessore Costa hanno superato abbondantemente i tempi canonici, assumendo la vera e propria forma dell’intervento: «È un momento in cui in Italia la scuola è vista solamente come spesa e non come investimento. Mi sarei aspettata che accanto ai tagli che faranno risparmiare al governo 7 miliardi di euro ci fossero anche degli investimenti. Nel Lazio, nonostante le difficoltà finanziarie, abbiamo investito nella scuola 19 milioni di fondi europei per i laboratori e l’informatizzazione di 90 istituti professionali, abbiamo finanziato insieme al ministero del Lavoro, con 44 milioni percorsi, la politica contro la dispersione scolastica e abbiamo realizzato 13 poli formativi»
L’ira della Marsilio. «Sono stanca di sentire un comizio politico». Con queste parole l’assessore comunale di Roma alla scuola Laura Marsilio ha lasciato anticipatamente l’auditorium della Conciliazione mentre era ancora in corso il concerto. «Doveva essere un concerto di inizio anno scolastico – ha spiegato la Marsilio – e invece ho sentito solo 45 minuti di comizio dell’assessore Costa che ha lamentato tagli alla scuola fatti dal ministro Gelmini. È singolare inoltre che la Costa abbia fatto aprire il concerto con l’esibizione del coro della scuola capofila della protesta contro la Gelmini».
Fiato alle trombe. Le note di Rossini, Bizet, Gershwin, Bernstein, Rota, Piovani e Morricone – ottimamente interpretate dall’affiattata formazione di ottoni “Roma Brass Quintet” – hanno allietato la serata delle altre personalità presenti in prima fila (che sono rimaste al loro posto fino al termine della manifestazione) tra cui: il rettore della Sapienza Renato Guarini, il prefetto di Roma Carlo Mosca e il presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo.
Manuel Massimo
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