Camusso: “La priorità è innalzare l’obbligo scolastico”

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“L’obbligo scolastico va innalzato per diventare il punto di partenza dell’istruzione come grande vettore di sviluppo”. Esordisce così il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, intervenuta al terzo congresso nazionale della Rete degli Studenti Medi a Perugia.

Quello dell’innalzamento dell’obbligo scolastico rimane, secondo le parole del segretario Cgil, una delle priorità cui il Governo deve rispondere: “Noi — prosegue Camusso — siamo tra i Paesi cosiddetti sviluppati, ma siamo uno dei pochi che continua ad avere nei fatti l’obbligo a 15 anni, visto che a 15 anni è l’ingresso al lavoro anche se la teorica affermazione del diritto allo studio è quella dei 16”.

Ad oggi abbiamo un obbligo scolastico che sta a metà di un ciclo di istruzione – ha concluso il segretario Cgil –  è come dire faccio una norma per garantirne l’evasione, perché  non ha avuto invece ovviamente l’effetto di allungare un obbligo generalizzato fino alla fine del ciclo scolastico”.

La normativa in materia di obbligo scolastico è stata recentemente modificata fino al 2006, quando per legge è stato stabilito che l’istruzione dovesse essere impartita per almeno 10 anni (da 6 a 16 anni appunto) e che dovesse essere “finalizzata a consentire il conseguimento di un titolo di studio di scuola secondaria superiore o di una qualifica professionale di durata almeno triennale entro il diciottesimo anno d’età”.

Durante il congresso degli Studenti medi, la Camusso si è poi espressa sul tema dell’edilizia scolastica, commentando lo stanziamento dei fondi voluto dal Governo Renzi: “Dire che si fa uno stanziamento consistente, intervenire rispetto all’edilizia scolastica e rimettere in sicurezza le scuole è un’esigenza che abbiamo manifestato in tantissime occasioni, è una scelta assolutamente importante, però non può essere l’unica risorsa che si spende per la scuola in questa stagione”.

 

Il segretario, infatti, ha voluto rilanciare chiedendo interventi anche per insegnanti e personale scolastico, ma senza intaccare le risorse a disposizione della didattica: “A fianco – ha continuato la Camusso – noi stiamo ancora aspettando che si rimettano le risorse che le tante leggi precedenti hanno tolto. Giustamente gli insegnanti rivendicano i loro contratti e le loro retribuzioni, ma se li paghi con le risorse dei fondi scolastici vuol dire che nella scuola non fai progetti formativi e non vai oltre”.

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