La nostalgia di casa inizia a farsi sentire anche per loro. Così nel giro di cinque anni, circa 200mila immigrati altamente qualificati stanno lasciando gli Stati Uniti per fare ritorno nei loro paesi d’origine, soprattutto India e Cina.
Dopo anni passati a studiare e lavorare negli Usa, questi individui ultra-specializzati sono ora pronti ad abbandonare il sogno americano, attratti da maggiori possibilità di carriera ma, soprattutto, da una vita da cittadini a tutti gli effetti. Secondo quanto riporta oggi Usa Today, il trend è così marcato da rappresentare una sfida per l’economia americana: Con questa fuga di cervelli nei loro paesi d’origine – ci si domanda – riusciranno gli Stati Uniti a mantenere il loro vantaggio competitivo, ad esempio su scienza e tecnologia?
Tra gli esperti di lavoro e immigrazione, sono in molti a rispondere di no: “Questo impoverimento di risorse umane, argomentano, sembra destinato a crescere nei prossimi anni, e con esso anche l’economia dei paesi emergenti, Cina e India in testa”.
“Quella che prima era una tendenza appena accennata, sta diventando un vero e proprio esodo”, commenta Vivek Wadhwa della Duke University. “I motivi che spingono queste persone a lasciare il paese – spiega Wadhwa – sono diversi: dalle maggiori opportunità di carriera offerte dai mercati in crescita al ricongiungimento con la propria famiglia, dal reinserimento culturale, al maggiore potere d’acquisto di cui godono al ritorno”. In cima alla lista, però, sembra esserci l’idea di non doversi più sentire ospiti in un paese straniero, mettendo così la parola fine al proprio status di immigrati.
Secondo il quotidiano Usa Today, questa ‘immigrazione di ritornò, rappresenta una minaccia per l’economia statunitense, che dovrà fare a meno di alcune tra le sue menti più brillanti.
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