Bologna, fuorisede da 456 milioni

apertura_oc.jpgStudiare a Bologna lontano da casa è sempre stato un mito. Ma fino a che punto i fuorisede “pesano” nel tessuto economico della città? Molto, anzi moltissimo: 456 milioni di euro all’anno! Uno studio commissionato dall’Alma Mater alla Fondazione del Monte svela i retroscena di un business da capogiro e mostra come gran parte della ricchezza urbana “giri” attorno all’ateneo di Via Zamboni.
Veniamo alle cifre: sono circa 3300 gli occupati nell’indotto creato dai fuorisede e 1000 gli euro mensili che “mammà” sborsa per mantenere il figlio lontano da casa a studiare all’ombra delle Due Torri, soldi che, spiegano i sociologi Balzani e Colombo, autori dell’indagine, servono sostanzialmente a coprire le spese dell’affitto e dei viveri.
Il motivo? Siamo in una città notoriamente tra le più care d’Italia dove una stanza costa minimo 350 euro mensili, utenze escluse, e dove mangiare non è certo economico. I 350 euro sono subito suscettibile di variazioni al rialzo, se si sommano anche le spese che bisogna sostenere per spostarsi coi mezzi pubblici.
Altro dato che emerge e spaventa è che, rispetto a dieci anni fa, la spesa necessaria per vivere a Bologna è lievitata del 57% a fronte di un’inflazione del 20, davvero molto se si pensa che generalmente lo studente non ha un reddito proprio e dunque gli oneri gravano tutti sulle famiglie, che spesso sono al Sud.
Che però a qualcuno siano “girate” a causa del caro-vita, lo dimostra innanzitutto il calo d’iscrizioni che ha subito l’Alma Mater negli ultimi anni e che ciò sia dovuto all’incremento delle spese che affronta un fuorisede non è voce di popolo ma voce di Rettore. È un po’ infatti che Pier Ugo Calzolari parla di iscritti “scorticati” dai costi della città che si ripercuotono su famiglie che “ci pensano due volte” prima di iscrivere il figlio qui.
Quali soluzioni per ovviare, tra l’altro, al caro alloggi? Uno studentato da 250 posti che Comune di Bologna e ateneo stanno pensando di allestire presso l’ex mercato ortofrutticolo di Via Fioravanti. Perché anche a Palazzo d’Accursio devono aver fiutato che la coperta dei fuorisede si sta accorciando e che prima che il calo divenga strutturale qualcosa si deve pur fare.

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