Bocciata la studentessa che era stata ammessa all’esame di maturità dal Tar

Niente da fare per la studentessa del liceo “Da Vinci” di Trento che i giudici avevano ammesso all’esame di maturità nonostante le 5 insufficienze ottenute alla fine dell’anno scolastico. La prova non è andata bene ed adesso dovrà ripetere l’anno nonostante sia già stata ammessa ad un corso universitario.

È stata bocciata la studentessa che il Tar di Trento aveva ammesso all’esame di maturità nonostante 5 insufficienze: ieri, infatti, si è svolta la tanto attesa prova straordinaria imposta dai giudici dopo il ricorso che la ragazza (studentessa del liceo scientifico “Da Vinci”) aveva presentato dopo la decisione del Consiglio di classe di non ammetterla alla maturità.

Una prova che però non ha convinto i commissari d’esame che non hanno valutato in modo positivo giudicandola nuovamente insufficiente. La studentessa era stata ammessa all’esame in via precauzionale dai giudici visto che aveva già sostenuto con profitto l’amissione di ad un corso universitario di Economia aziendale.

Ad assistere alla prova ieri c’era anche un gruppo di insegnanti, presenti a sostegno dei colleghi in commissione. Nei corridoi dell’istituto c’erano gli avvocati della ragazza ed i genitori. Uno degli accessi ai piani superiori è stato chiuso da un cancello in ferro e nell’atrio il personale Ata era stato istruito a “tenere lontano i giornalisti”, hanno rilevato i quotidiani locali che hanno seguito la vicenda.

Sulla vicenda è intervenuto anche il docente della scuola Alessio Marinelli, che ha inviato al ministero dell’Istruzione una lettera con altre 110 firme di colleghi raccolte in poco più di 24 ore. Per il docente “il decreto mette in difficoltà la serenità di giudizio del corpo insegnante. Chi avrà più la forza, il coraggio, la tenacia di affrontare una scelta dolorosa, ma a volte necessaria, come una bocciatura? In terzo luogo, trovo che sia un segnale didatticamente e umanamente sbagliato. È infatti durante quell’età che si consolidano il senso di giustizia e il senso del dovere, bagagli necessari per affrontare le sfide del futuro”.

L’insegnante rileva poi che sempre più ragazzi rincorrono “strade facili, aiutati dalle famiglie e dalla società a cercare escamotage per andare avanti, nella visione superficiale di un mondo nel quale devi dimostrare quanto sei furbo e non quanto vali. Cosa deve insegnare la scuola? Me lo domando mentre vedo la mia categoria umiliata da una decisione che la sorpassa e le toglie autorevolezza”. Tra le richieste anche quella di “rivedere i test d’ingresso universitari. Durante il quinto anno molti studenti sono praticamente dei fantasmi” si legge nella lettera. In cui si evidenzia che “anticipare i test a gennaio e febbraio è uno schiaffo alla dignità del sistema scolastico secondario”.

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