La storia della nazionale di calcio italiana comincia ufficialmente il 15 maggio 1910. Allo stadio Civico Arena di Milano, di fronte ad appena 4 mila spettatori, i nostri avversari francesi vengono sconfitti in amichevole con un tennistico 6-2.
Mattatore della giornata è Pietro Lana, giocatore del Milan, che realizza tre reti e negli stessi 90 minuti firma due record: il primo gol (1-0) e il primo rigore (6-2) segnati dalla nazionale italiana vestita, per l’occasione, in completo bianco. Comincia in questo modo il cammino degli Azzurri, un cammino lungo oltre 700 partite (l’ultima, poco prima dei Mondiali 2010 del Sud Africa, è quella giocata a Ginevra contro la Svizzera) pieno di vittorie ma anche momenti non proprio esaltanti.
Dai 4 trionfi in Coppa del Mondo (1934, 1938, 1982, 2006) alla vittoria nel Campionato Europeo delle Nazioni (1968), passando per i pomodori post-Corea (1966) e il “biscotto scandinavo” (2004). Gli appassionati (in alcuni casi sarebbe meglio specificare veterani) ricorderanno la “partita capolavoro” che il 19 giugno permise all’Italia di battere 4-2 l’Ungheria e alzare al cielo quella che al tempo si chiamava Coppa Rimet, o la “partita del secolo” contro i tedeschi (17 giugno 1970, semifinale del Mondiale messicano) nota come italiagermaniaquattroatre.
A queste imprese, purtroppo, fanno da contraltare episodi negativi che, per un verso o per l’altro, hanno macchiato la maglia azzurra. Furono i ridolini coreani semi-professionisti il 19 giugno 1966 a rispedirci a casa dalla competizione inglese, stessa sorte capitò nel 2002 per mano degli altri coreani, stavolta quelli del Sud, che complici l’arbitro Byron Moreno fecero svanire i sogni del Trap.
E ancora le beffarde lotterie dei rigori che hanno tagliato le gambe agli Azzurri in più di un’occasione (Italia ’90, Usa ’94, Francia ’98, solo per ricordare le più recenti) o il golden gol di Trezeguet nella finalissima degli Europei in Belgio&Olanda (2000). Molto catenaccio, alcune goleade (su tutte il 9-0 agli Usa nel 1948), qualche batosta (negli archivi è presente anche un 1-7 rimediato dall’Ungheria nel 1924), ma finora il bilancio è più che positivo: 702 partite giocate, 378 vittorie, 186 pareggi e 137sconfitte.
Dal bianco all’azzurro, passando per il nero (in pieno fascismo, ai Mondiali del 1938, l’Italia scese in campo con la casacca nera) in questo secolo le emozioni non sono mancate. Il famoso urlo di Tardelli, quello di Grosso, i gol di Riva (ancora detentore del record di marcature in nazionale, con 35 centri), le parate di Zoff (che ha difeso la porta in ben 112 occasioni), la “staffetta” Rivera-Mazzola, gli “oriundi”, il primo capitano Francesco Calì e il più presente Fabio Cannavaro (per ora sono 133 i “gettoni” azzurri) e poi i titolati mister Vittorio Pozzo, Fulvio Valcareggi, Enzo Bearzot e Marcello Lippi.
Ecco, proprio il tecnico viareggino in Sud Africa avrà il difficile compito di difendere il mondiale conquistato 4 anni fa. È vero, l’Italia non parte certamente con i pieni favori del pronostico, ma Lippi è intenzionato a eguagliare Pozzo che finora è l’unico ct ad aver vinto due Coppe del Mondo.
Edoardo Massimi
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