Patrimoni di Belle Arti. Gli esperti a Napoli: si parte da qui

CORRIEREUNIV-

Cala il sipario del teatro Niccolini dell’Accademia di Belle Arti di Napoli, sede del primo convegno di studi per la salvaguardia dei beni culturali delle Accademie in Italia che si è svolto dal 13 al 15 giugno. I riflettori su cultura, beni culturali, formazione e ricerca, restano però accesi. E’ quanto chiedono, in buona sostanza alla politica, gli esperti riunitosi nella tre giorni ideata e curata dall’Accademia napoletana su incarico e in collaborazione con la Direzione Generale MIUR AFAM dal titolo “Patrimoni da svelare per le arti del futuro”.
Una convention densa di contenuti e proposte fortemente voluta dalla direttrice di Napoli Giovanna Cassese che con la sua forza prorompetente ha messo in rete, per la prima volta, le 25 accademie del Paese “raccontandole” anche in un prezioso libro di 416 pagine con illustrazioni e un’ampia bibliografia (anche in e book).

“Le Accademie di Belle arti sono laboratori dinamici di ricerca, innovazione, di formazione per le giovani generazioni. A loro è importante trasferire la consapevolezza del valore del nostro patrimonio artistico da salvaguardare per fare in modo che l’Italia continui ad essere la patria dell’arte nel mondo” ha detto il Sottosegretario all’Istruzione Gian Luca Galletti in apertura di convegno.
“Siamo all’ultimo posto per spesa in cultura (1,1,% del pil contro una media europea del 2,2%)– ricorda Gaetano Daniele, neo-Assessore alla Cultura del Comune di Napoli – e questo è un problema che ci perseguita da anni; d’ora in poi solo fatti concreti, questo è l’impegno: Napoli, dal prossimo anno città metropolitana, diventerà soggetto attuatore di progetti comunitari”.

Gipsoteca dell'Accademia di Napoli
Gipsoteca dell’Accademia di Napoli

Continua il confronto, si susseguono appassionati e autorevoli interventi: Fernando Dalla Chiesa, Presidente dell’Istituto Superiore Industrie Artistiche (ISIA) di Urbino, Silvia Costa relatrice del Programma Europa Creativa al Parlamento Europeo, Vittorio Sgarbi e artisti del panorama nazionale e internazionale come Gregorio Botta, Armando De Stefano, Omar Galliani, Mimmio Jodice, Paolo Rosa, Luca Pignatelli e Marco Tirelli che si sono confrontati, non senza polemiche, sul futuro del classico.

Preservare e innovare. E’ questa la grande sfida. Daniele Jalla dello Iulm di Milano nel suo intervento sui musei delle accademie, specificità tutta italiana, dice: “Dovremmo riconoscere che certi musei sono finiti. E’ assolutamente necessario pensare ad altre forme dove esistere, come on line che non fornisce esperienza ma conoscenza. Chiediamoci non solo che storia hanno alle spalle ma a cosa possano servire”.

Cristina Frulli dell’Accademia di Firenze, amaramente accusa come gli Uffizi siano diventati oggi un posto di transito “Il museo vive se c’è l’uomo e se l’uomo lo sa apprezzare” riferendosi alla necessità di un empirismo moderno: pass liberi per tutti i musei per i giovani, sussidi, sabatico per gli insegnanti, più opportunità di mobilità e materiali.

“Era ora. Si aspettava da anni un’ iniziativa simile” commentano all’unisono i direttori delle Accademie di Brera, Sassari e Bologna. “Sono dieci anni che aspettiamo risposte concrete dalla politica, persa com’è in strade burocratiche. Bisogna portare a termine la riforma. Le nostre accademie, realtà di straordinarie qualità, costrette al numero chiuso per una domanda sempre crescente di allievi e con il 30% di studenti stranieri di 45 Paesi da tutto il mondo, rischiano l’estinzione”.

“Un convegno epocale – commenta la direttrice Cassese – occorre partire da qui: dalle nostre istituzioni che detengono una qualità altissima di know-how sull’arte contemporanea oltre che di beni artistici”. Il prossimo passo? Lo anticipa il Direttore Generale MIUR-AFAM Bruno Civello. Con un decreto ministeriale presto verrà istituita una Commissione sui patrimoni.
“La bellezza salverà il mondo” ? L’Italia ci crede.

i.b.

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