Aquis: "criteri equi nel dare fondi agli atenei

Affrontare e risolvere il problema dell’assenza di criteri equi di ripartizione delle risorse pubbliche fra gli atenei italiani e di meccanismi di valutazione dei risultati della gestione autonoma degli stessi atenei, «vere anomalie tutte italiane che minano alla radice le possibilità del sistema universitario nazionale di raggiungere standard qualitativi più elevati e di essere realmente competitivo a livello internazionale».

Affrontare e risolvere il problema dell’assenza di criteri equi di ripartizione delle risorse pubbliche fra gli atenei italiani e di meccanismi di valutazione dei risultati della gestione autonoma degli stessi atenei, «vere anomalie tutte italiane che minano alla radice le possibilità del sistema universitario nazionale di raggiungere standard qualitativi più elevati e di essere realmente competitivo a livello internazionale».
Lo chiedono a Governo e Parlamento i rettori delle 13 università dell’Aquis, l’Associazione per la qualità delle università Italiane Statali di cui fanno parte gli atenei di Catania, Bologna, Chieti-Pescara, Del Salento, Milano Bicocca, Modena e Reggio Emilia, Padova, Politecnica delle Marche, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, Roma Tor Vergata, Trento e Verona.
In un documento congiunto, reso noto a Catania, l’Aquis osserva come «nonostante sia stato elaborato sin dal 2004 un modello di ripartizione dei finanziamenti da tutti condiviso al tempo della sua presentazione, in Italia si continua a distribuire tali finanziamenti sulla base della spesa storica. I 13 rettori chiedono di ricorrere a una riduzione del finanziamento modulata sulla capacità e responsabilità dimostrata dai singoli Atenei nella gestione dei fondi ricevuti dallo Stato e le cui performance di qualità siano riconosciute».
Per questo gli atenei aderenti ad Aquis hanno deciso di procedere alla certificazione dei propri bilanci da parte di una società esterna a garanzia di terzietà e di competenza e chiedono che il Governo garantisca stanziamenti di quote di Ffo non inferiori a quelle assegnate nell’anno precedente, a riconoscimento in termini di effettiva premialità, agli atenei con bilanci in pareggio.

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