Anticipati i risultati dell’Abilitazione Scientifica Nazionale: la denuncia di un ricercatore

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Irregolarità nell’Abilitazione Scientifica Nazionale – Il Fatto Quotidiano riporta oggi la denuncia anonima di un ricercatore di un organizzazione aziendale che avrebbe assistito ad una irregolarità nella divulgazione dei risultati per l’Abilitazione Scientifica Nazionale. Durante il convegno dell’Associazione Italiana di Economia Aziendale (AIDEA) tenutosi a Lecce il 19, 20 e 21 sarebbero stati resi noti i risultati dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) nel settore concorsuale 13 B3 – Organizzazione Aziendale che verranno ufficializzati solo il prossimo 30 novembre.

Se quanto riportato dall’anonimo ricercatore fosse confermato, una simile anticipazione rappresenterebbe una violazione del segreto di ufficio cui sono tenuti i commissari addetti a stilare la graduatoria nazionale. Nella lettera, inoltre, viene spiegato in quale maniera simili indiscrezioni favoriscono i candidati “raccomandati” e tagliano fuori quelli “scomodi”.

Qui sotto il testo integrale della lettera pubblicata da Il Fatto Quotidiano.

“In occasione dell’annuale convegno dell’Associazione Italiana di Economia Aziendale (AIDEA) tenutosi a Lecce il 19, 20 e 21 sono stati anticipati i risultati dell’Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) nel settore concorsuale 13 B3 – Organizzazione Aziendale che saranno ufficializzati il prossimo 30 novembre. La notizia ha fatto il giro d’Italia in pochi minuti (potenza dei cellulari e di internet) e cosi la notizia dell’esito, è diventata praticamente di dominio pubblico.

Il fatto che questo rappresenti una violazione alle disposizioni amministrative e penali previste dall’ordinamento a tutela del “segreto d’ufficio”(art. 15 del D.P.R. n.3 del 1957 e art 326 C.P) non sembra importare. Ma cos’è l’Abilitazione Scientifica Nazionale? La legge 240/2011, detta legge Gelmini, introduce la cosiddetta abilitazione nazionale. Ossia, al fine di rimediare alle “combine” dei concorsi locali (si vedano gli scandali di Bari, Messina e un’altra decina di università Italiane equamente sparse sul territorio nazionale).

La legge ha spostato la valutazione dei candidati a livello centrale, ossia nazionale, in modo da evitare che interessi locali (parentopoli e varie) potessero influire sulla valutazione di chi si sottopone a un concorso pubblico. Lodevole l’idea, pessima la sua applicazione. In pratica per legge 5 commissari decidono del futuro di centinaia di persone: gli aspiranti idonei.

E’ facile immaginare a quali pressioni i commissari siano stati sottoposti da parte di chi aveva un allievo sotto esame e non solo. In più, in raggruppamenti piccoli come quello di Organizzazione Aziendale, è altamente probabile che i commissari si trovino a valutare i propri allievi, di qui potete immaginare le negoziazioni e gli scambi di favore che ne scaturiscono. Il quadro che sta emergendo dalle anticipazioni ed indiscrezioni è quello di un sistema in cui, alla fine, non è cambiato assolutamente nulla. I giornali hanno già riportato il caso della commissione di diritto costituzionale dove uno dei commissari si è dimesso denunciando “una regia occulta ed esterna” volta a pilotare i risultati della commissione.

Il caso, mi sembra non isolato. Almeno a giudicare dalle notizie della commissione di Organizzazione Aziendale. Il sistema infatti sembra aver trovato il modo di sfruttare a suo favore la nuova procedura. Soprattutto in quei settori “piccoli” con poche centinaia di afferenti. Secondo un meccanismo tipicamente italiano, il sistema ha elaborato la pratica secondo la quale, oltre a raccomandare o spingere candidature per un esito positivo, si fanno arrivare alla commissione le “raccomandazioni a-contrario”. Ossia si fa pressione per “bloccare” eventuali candidati scomodi. Ma Perché scomodi? Va detto che l’abilitazione nazionale non è un concorso. La commissione deve decidere solo se un candidato ha un curriculum che soddisfa criteri generali di qualità (che la stessa commissione deve aver dichiarato e pubblicato). Quindi chi ottiene l’abilitazione non ottiene un posto, ma solo “il titolo” di potenziale associato o ordinario che lo abilita appunto a partecipare ad un eventuale futuro concorso o selezione di una qualche università Italiana. Per diventare veramente associato o ordinario (e progredire nella carriera), Il candidato ha quindi due possibilità: o viene “promosso” per meriti dalla sua università oppure deve partecipare ad un concorso bandito dalla sua o da un’altra università. E qui si svela il gioco.

Se voglio continuare a gestire le chiamate e le carriere a livello locale non posso permettere che dalla commissione nazionale escano solo quelli bravi. Devono uscire quelli che servono. Soprattutto ora, dove con il blocco del turn-over, i posti a disposizione sono pochi, anzi pochissimi. Per completare il quadro con e tra quelli che servono ci sono anche quelli bravi (così posso dire: vedete che è stato premiato il merito?) dietro cui nascondere tutto il resto. E allora perché rischiare e violare la legge anticipando gli esiti? Per tre ragioni: 1. Certezza dell’impunità. A chi interessa un fatto del genere? A nessuno. In fondo non hanno ucciso nessuno. Hanno semmai evitato a molti l’angoscia del dubbio. 2. Strategia. Si fanno sapere ora i risultati, soprattutto per quelli da togliere di mezzo. In questo modo gli interessati si arrabbiano oggi, ma non possono fare nulla perché il risultato non è ufficiale.

Quindi i “trombati” passano uno o due mesi a cercare di capire perché sono stati fregati, ma non possono fare nulla perché in realtà sanno ma non potrebbero/dovrebbero sapere. Alla fine dopo due mesi di frustrazione ufficializzano il risultato e i trombati sono già troppo stanchi e amareggiati per fare qualsiasi cosa. Si rassegnano, imprecano contro quest’Italia che non funziona e amen! 3. Gestione del potere. Sapere ora che ci sono un certo numero di abilitati dà la possibilità di negoziare le “chiamate” e l’allocazione delle risorse (che ricordiamo che i posti sono pochi, quindi prima mi muovo meglio mi trovo). Se oggi so prima degli altri che il mio allievo ha l’abilitazione, posso andare dal direttore di dipartimento o dal rettore e iniziare la negoziazione prima degli altri.

Quindi, la morale per l’università qual è: “lasciate ogni speranza o voi che entrate” . Amen. Con affetto, Uno dei tanti partecipanti all’ennesima farsa di questa vostra povera Italia”.

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  1. È inutile, l’Italia è spaghetti, mafia ecc, come si dice all’estero. E come disse un docente di una delle migliori università del pianeta a me, “lo sanno tutti che l’Italia divora i suoi figli”.

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