Ad un mese dalla sparatoria nell’università russa di Perm, negli Urali, nella stessa regione un
ragazzino di 12 anni si è presentato armato a scuola ed ha esploso alcuni colpi che hanno provocato il leggero ferimento di un compagno. Lo studente di prima media ha sparato due colpi contro il soffitto ed uno contro il muro prima di lasciarsi convincere dalla preside dell’istituto del comune di Sars a consegnare l’arma. I 300 studenti e 30 insegnanti della scuola sono riusciti a mettersi in salvo autonomamente. Il ragazzino avrebbe sottratto di nascosto l’arma al padre.
Nessuna spiegazione sulle cause del gesto è stata fornita dalle autorità: secondo l’agenzia Interfax tra i motivi emersi ci sarebbero problemi di bullismo. Un mese fa uno studente universitario della facoltà di legge aveva ucciso sei persone e ne aveva ferite altre 20 nell’ateneo, dove era arrivato armato di un fucile da caccia.
In quell’occasione erano state sei alla fine le vittime accertate dell’assalitore, il 18enne Timur Bekmansurov, iscritto alla facoltà di legge e che si stava specializzando in scienze forensi. Prima della sparatoria, Bekmansurov aveva scritto un post su VKontakte – il Facebook russo – chiedendo che le sue azioni non fossero considerate un atto terroristico sostenendo di non essere membro di alcuna organizzazione estremista. “Odio me stesso, ma voglio fare del male a tutti quelli che si mettono sulla mia strada” aveva scritto nel post prima di essere cancellato dal social network russo.