Sono dieci, cinque a bacca bianca e cinque a bacca rossa, i primi vitigni resistenti alle malattie prodotti in Italia dai ricercatori dell’Università di Udine e dell’Istituto di Genomica applica (IGA) di Udine. Le nuove varietà saranno presentate ufficialmente lunedì 18 gennaio alle 11, a palazzo Wassermann, in via Gemona 92 a Udine, alla presenza del delegato del ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali, Salvatore Parlato, e dell’assessore regionale alle risorse agricole e forestali, Cristiano Shaurli. Le “magnifiche dieci”, come le chiamano i ricercatori udinesi, sono il frutto di 15 anni di lavoro di ricerca e di una straordinaria sinergia tra pubblico e privato. Il più grande vantaggio delle nuove varietà di viti sarà la possibilità di abbattere notevolmente i costi delle viticoltura, grazie al risparmio sui trattamenti. Le caratteristiche dei vitigni saranno illustrate nel corso del convegno dal titolo “Resistere per competere: presentazione delle nuove varietà di vite”, che si aprirà con i saluti del rettore dell’Università di Udine, Alberto De Toni, e dell’assessore Cristiano Shaurli.
«Il progetto congiunto dell’Università di Udine e dell’IGA per la costituzione di viti resistenti alle malattie attraverso processi naturali di incrocio e selezione – sottolinea il rettore De Toni – ha ottenuto uno straordinario risultato sia grazie alla capacità dei ricercatori dell’ateneo friulano di coniugare ricerca di eccellenza ed esigenze del territorio, sia grazie alla fondamentale sinergia tra pubblico e privato».
«Un progetto di successo che ci rende orgogliosi – aggiungono Enrico Peterlunger, Raffaele Testolin e Michele Morgante, i ricercatori dell’ateneo friulano che hanno avviato il progetto – frutto di una ricerca d’eccellenza e del sostegno convinto delle amministrazioni pubbliche e delle aziende della filiera vitivinicola, ma anche della determinazione tutta friulana nel voler portare a termine, nei tempi previsti, il programma di selezione».
Centinaia di incroci, decine di migliaia di piante valutate, oltre 500 micro-vinificazioni ripetute negli anni presso l’Unione Italiana Vini di Verona e i Vivai Coopertaivi di Rauscedo. Sono soltanto alcuni numeri del progetto congiunto di selezione di nuove varietà di vite resistenti alle malattie dell’Università di Udine e dell’IGA, avviato sin dal 1998 con il principale scopo di ridurre l’utilizzo di pesticidi in questo settore della produzione agricola e rispondere alla situazione critica della viticoltura in Europa, attività agricola tra le più impattanti sull’ambiente, che, pur occupando soltanto il 3,3% della superficie agricola, utilizza ben il 65% di tutti i funghicidi impiegati in agricoltura. Gli incroci sono stati eseguiti presso l’Azienda agraria universitaria “Antonio Servadei” di Udine, dove a oggi si sono valutati oltre 24 mila piante derivanti da incrocio.
I vitigni selezionati sono stati valutati dall’Università di Udine, in collaborazione con i Vivai Cooperativi di Rauscedo, in impianti sperimentali a Fossalon di Grado (Go), in Toscana, nella zona del Chianti, e sul Collio sloveno. Nel 2015 c’è stata la copertura con brevetto Europeo e internazionale delle nuove selezioni e l’inserimento delle nuove varietà nel registro nazionale italiano presso il Ministero delle Politiche agricole. L’Università di Udine, inoltre, ha preparato la cessione dei diritti di moltiplicazione.
Vantaggi per i produttori. L’interesse dei produttori potrà essere enorme, non soltanto in Friuli Venezia Giulia, ma in tutta Italia, in Europa e negli altri Paesi a vocazione vitivinicola nel mondo. In viticoltura, infatti, i costi di produzione sono elevati a causa del numero elevato di interventi per la difesa dei vigneti, e la disponibilità di varietà che non richiedono trattamenti è molto attraente.
Questi i nomi dei dieci nuovi vitigni resistenti alle malattie: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Sauvignon Rytos, Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius, i primi 5 a bacca bianca, i secondi a bacca rossa.
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