Addio a Luigi Berlinguer: aveva 91 anni. È stato ministro dell’Istruzione e dell’Università

Cambiò l’esame di Maturità. Si deve a lui il primo impianto della riforma dell’Università con la nascita del “3+2”

È morto ieri Luigi Berlinguer, dopo una lunga degenza all’ospedale di Siena dall’agosto scorso. Era cugino del più noto leader del PCI Enrico. Due volte ministro. Si è spento ieri, all’età di 91 anni (era nato a Sassari il 25 luglio 1932).

Laureato in Legge nel 1955, ha sempre diviso la sua vita tra lo studio e la politica. La prima militanza è nella Fgci, la Federazione giovanile comunista. Viene eletto deputato del Pci nel 1963. Continua la sua attività di docente universitario prima a Sassari e poi a Siena. Nel 1993 lascia il rettorato di Siena e, con Ciampi, accetta la designazione a ministro dell’Università, salvo dimettersi subito. Nel 1994 e 1996 viene eletto deputato nel Pds e poi senatore nei Ds. Nel 1996 era diventato, nel primo governo Prodi, ministro della Pubblica Istruzione e ad interim dell’Università. Aveva proseguito sino al 2000 la sua carriera come ministro della Pubblica Istruzione. Nel 2009, coi dem, entra nel Parlamento europeo.

“Apprendo con grande dolore della scomparsa di Luigi Berlinguer. Un ministro appassionato di scuola, sempre aperto al dialogo”, sono le parole che ha scritto su X il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara. “Ho appreso ora, con dolore, della scomparsa di Luigi Berlinguer. A lui ero legato da sentimenti di vera amicizia, un legame forte, a cui si univa una stima profonda. Aveva una autentica passione per la scuola pubblica, un impegno condotto con intelligenza e rigore. Era un europeista convinto”, ha affermato Romano Prodi. Per la segretaria del Pd, Elly Schlein, Berlinguer, che definisce “personalità aappassionata e impegnata”, lascia “l’eredità di avere a cuore, e difendere, il patrimonio inestimabile della nostra cultura politica”. 

La riforma della scuola

Berlinguer fu il ministro dell’Istruzione quando sancì che scuole gestite dallo Stato e le scuole di Enti locali o del privato sociale appartenevano a un unico sistema nazionale. Promosse nel 2000 una riforma della scuola: un nuovo percorso di studi dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di secondo grado alla formazione post-diploma, all’educazione degli adulti, all’università. In pratica elementari e medie venivano accorpate e ridotte da 8 a 7 anni, le superiori divise in due bienni, il primo con molti insegnamenti comuni, il secondo più specifico e un anno finale con maturità a conclusione del percorso. L’obbligo scolastico era fissato a 15 anni, cioè al termine del secondo anno del ciclo secondario, e per chi non prosegue gli studi fino alla maturità era prevista formazione professionale. Cambiò anche l’esame di Maturità. Ma la riforma ebbe vita breve: fu la ministra Letizia Moratti, nel governo Berlusconi nato nel 2001, ad abrogarla. Si deve a lui, infine, l’impianto del famoso 3+2 all’Università. La sua riforma dell’università, chiamata anche ‘laurea a punti’ (3 anni la breve più 2 anni la magistrale), venne poi presentata nel 2000 dal successore Zecchino.

LEGGI ANCHE:

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Erasmus italiano, borse di studio da mille euro per 3mila studenti subito e altri 7mila nel 2024

Next Article

Modena, picchiano 11enne davanti a scuola e gli rompono la mandibola

Related Posts