Tempi lunghi per la firma del Patto per la scuola, vero obiettivo del ministro Bianchi da quando è salito ai vertici del ministero di Viale Trastevere. Come ricorda oggi il Sole 24 Ore gli ostacoli sulla strada della realizzazione di quello che sarebbe un accordo davvero importante, soprattutto per la ripartenza del settore scuola dopo l’emergenza Coronavirus, sono ancora tanti. Forse troppi.
In primo luogo c’è il nodo precari: sanatoria sì, sanatoria no, in queste settimane si sono susseguite conferme e smentite sull’ipotesi della realizzazione di una procedura straordinaria di assunzioni per affrontare il tema delle stabilizzazioni (almeno 60mila ma forse anche di più). Nella bozza di patto questo obiettivo dovrebbe essere raggiunto “anche attraverso una procedura urgente e transitoria di reclutamento a tempo indeterminato”.
L’intenzione del ministro Bianchi è tentare di coprire le oltre 100mila cattedre oggi libere ma di certo i problemi non mancano. Primo tra tutti quello dei costi (che sfiorerebbero i 1,5 miliardi di euro) ma soprattutto procedurale con l’UE che di certo non vedrebbe di buon occhio una possibile sanatoria che irriterebbe ancora di più sulla gestione italiana del precariato scolastico considerato da tempo non sufficientemente adeguato.
Poi c’è il problema degli stipendi. Attualmente con i fondi a disposizione gli aumenti previsti per gli oltre 800mila insegnanti, inclusi anche i precari, oscillano intorno ai 55 euro netti. Si tratta di una cifra che i sindacati reputano assolutamente non sufficiente visto che con i precedenti governi la base su cui partire era quella dei 100 euro lordi. Per farlo servono altri fondi, addirittura un miliardo, che al momento però non sembrano esserci nemmeno all’orizzonte.