A Roma la protesta per abolire il numero chiuso. Una studentessa: “Si favoriscono posti in università private con rette alle stelle”

“Siamo titubanti sul semestre perché ogni ateneo ha metodi di valutazione diversi”

Erano oltre cento i presenti questa mattina all’incontro che si è tenuto prima in piazza Santi Apostoli a Roma del tour con cui il Comitato Aboliamo il numero chiuso – #iononhoimbrogliato con l’avvocato Francesco Leone, dello studio Leone – Fell &C hanno spiegato le ragioni della petizione che chiede abolizione del numero chiuso a Medicina e che ha già raccolto circa 45000 firme.

Aspiranti studenti, molti accompagnati da genitori preoccupati e decisi a chiedere che sia eliminato il test di ingresso, si sono raccolti per discutere della questione e porre domande ai legali presenti. Molti di loro sono ricorsisti dopo aver affrontato varie volte i tolc, altri studiano già all’estero, soprattutto nei Balcani come accade sempre più spesso negli ultimi anni.

“Denunciamo tutto quello che non è andato con il sistema del Tolc – spiega a Corriereuniv l’avv. Leone -, sistema che per altro la stessa ministra ha archiaviato sostituendolo con un altro che secondo noi peggiore è che una selezione che dovrebbe premiare il merito, con una banca dati aperta e pubblica aiuterebbe soltanto quei candidati che hanno maggiore capacità memonica. Questo è inaccettabile e va contro i principi legali di una procedura selettiva. La nuova proposta è un grande passo in avanti, questo è certo, perché da la possibilità a tutti di mettere un piede in facoltà e potersi cimentare con le materie. Ma anche questo potrebbe creare un collo di bottiglia perché il criterio secondo il quale dopo sei mesi dovrebbero rimanere non è chiaro. Si chiede una corsa da centometrista ad arraffare più crediti possibile entro il semestre”.

“Mettendo a paragone entrambi i sistemi, quest’anno, oltre ad una certa irregolarità, avevamo una banca dati davvero misera – dichiara a Corriereuniv Annaclara, studentessa -. Senza contare che l’aggiunta dei ragazzi di quarto superiore non ha fatto altro che sballare tutti i punteggi. Con la banca dati pubblica si andrebbe a premiera più la memoria rispetto le conoscienze. Riguardo al semestre siamo titubanti perché ogni ateneo ha metodi di valutazione diversi. La verità è che in Italia si dovrebbe spendere più soldi per far si che le università pubbliche aumentino i posti visto che ultimamente se ne spendono molti per le private, investendo anche sulle borse di specializzazione in uscita. Ci sono università private in Italia con banchi per Medicina vuoti e si capice perché: le rette sono alle stelle. Quindi molti studenti come me vanno a studiare fuori, io sono andata in Bosnia, quando c’è un’emergenza sanitaria incalzante”.

LEGGI ANCHE:

Total
0
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Tangenti al Miur, Giovanna Boda condannata a due anni e due mesi di carcere

Next Article

Istat: a novembre il tasso di disoccupazione scende al 7,5%

Related Posts