5 in condotta, stop alle gite e lavori socialmente utili: ecco cosa è accaduto agli studenti dei licei romani dopo le occupazioni

Al liceo Tasso un gruppo di genitori ha firmato una lettera di protesta contro le punizioni ritenute “eccessive”

Se hai occupato la scuola e ti sei autodenunciato rischi il 5 in condotta, lavori socialmente utili, una sospensione, saltare magari la gita di fine anno scolastico e qualche compito in più in classe: sono le ripercussioni dei presidi contro le occupazioni che sono partite dal liceo Tasso di Roma durante le vacanze di Natale.

L’occupazione

Il 5 dicembre la scuola viene occupata in concomitanza con altri licei e istituti romani, tra i motivi ci sono i fondi per l’istruzione, il diritto allo studio, la salute mentale, il transfemminismo e proprio la lotta contro il 5 in condotta e la deriva autoritaria. Dopo pochi giorni l’occupazione termina e gli studenti si autodenunciano. Ed è qui che scattano le sanzioni: sospensioni fino a 10 giorni, 5 in condotta, leggere un libro sulla democrazia e produrre un elaborato: “compiti in più da fare per quasi 170 studenti. Ora i consigli di classe ci sanzioneranno. Questa è repressione”, afferma a Corriereuniv Alessandro, uno studente.

“Stiamo semplicemente applicando il regolamento di istituto – risponde a Corriereuniv il preside Paolo Pedullà -. Non vogliamo più che avvengano altre occupazioni, non è questo il modo di manifestare il dissenso. Ci sono stati danni all’istituto”. Per il dirigente scolastico l’occupazione ha interrotto il diritto allo studio degli altri studenti, benché chi non ha manifestato è stata una minoranza. Non sembrano d’accordo neanche i genitori con queste sanzioni. Un gruppo di mamme e papà ha infatti firmato anche una lettera di protesta contro le punizioni, ritenute “eccessive” ed “esagerate”. Proprio durante i giorni di festa dal preside si sono presentati sia alunni che genitori per spiegare i motivi della protesta. “Si, stiamo pensando anche a delle attività socialmente utili per la scuola – conferma Pedullà -, come ad esempio cura del spazi esterni, riorganizzazione dei laboratori o aiutare nelle archiviazioni della biblioteca”. C’è anche chi chiede di trasferirsi per le troppe sanzioni.

Sanzioni agli occupanti, dopo il Tasso anche al Mamiani ci saranno ripercussioni

Nel quartiere Prati il liceo Mamiani è stato storicamente il fulcro di molte primavere di occupazione e proteste studentesche. Qui oltre 100 studenti hanno occupato e si sono poi autodenunciati. “Hanno mandato le loro memorie e li abbiamo incontrati singolarmente. Ora sono in corso i consigli di classe e verranno sospesi: sono le regole – spiega la preside Tiziana Sallusti -. Non possiamo esemerci da non seguire il regolamento della scuola. Gli studente ne sono consapevoli”. Una sanzione di tre giorni con l’obbligo di presenza che influirà sul voto in condotta. “Abbiamo il sospetto che anche la gita di quinto saltata all’improvviso sia una punizione per le occupazioni, ma non ce lo hanno detto apertamente”, afferma Sara, studentessa del liceo romano. “Questa era l’ultima occasione per i fare un viaggio tutti insieme, con gli amici di sempre, cancellata per punire chi protesta per i propri diritti”. Le gite usate come armi contro gli studenti non sembrano un caso isolato. Al Kant di Centocelle, riportano i comitati studenteschi, sta avvenendo la stessa cosa: “Curioso che quasi tutti i docenti che dovevano accompagnarci in gita si siano improvvisamente ritirati”, commanta una studentessa.

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