Mentre la riforma resta ferma al Senato in attesa del voto di fiducia al Governo, gli studenti scendeno in piazza per ribadire la loro contrarietà ad un’idea di Università che a troppi non piace. Il Governo sa di giocarsi una partita importante, nel cui risultato sono custodite le sorti del nostro sistema “istruzione”
Mancano poche ore dal votare la fiducia in Parlamento e alla Camera si registra un lieve vantaggio per Silvio Berlusconi. Sono sette, infatti, i deputati ancora nel limbo degli indecisi che fanno tenere con il fiato sospeso il Cavaliere fino all’ultimo minuto.
Intanto domani si preannunciano grandi mobilitazioni studentesche in tutta Italia. Si svolgeranno contemporaneamente, infatti, le iniziative che in questi giorni si stanno susseguendo nelle città universitarie contro la riforma dell’Università del Ministro Gelmini.
Così mentre la riforma resta ferma al Senato in attesa del voto di fiducia al Governo, l’Udu, il sindacato studentesco, riaffermerà nelle piazze i principi di uguaglianza sociale, di solidarietà, colonne portanti di una società votata al progresso, all’emancipazione sociale, alle pari opportunità per tutti, all’innovazione tecnologica. Domani ribadiranno la loro contrarietà ad un’idea di Università che, sottolineano, “vuole disegnare una società divisa tra chi ha i soldi per permettersi un futuro e chi no”.
a.d.r.
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