Vita da covid, la lettera di Beatrice e Ludovica: "Mettersi sui libri è diventato più difficile"

Non è un aspetto della Fase due di cui si parla molto: c’è stato un effetto psicologico dell’epidemia sugli studenti? La maggior parte delle aule universitarie sono vuote e i rettori, benché il Governo abbia dato libera scelta di gestione, in massa hanno scelto di continuare con esami e lezioni da casa. Se la crisi economica spaventa tutti, e la ripresa sembra ardua, la classe dirigente di domani è bloccata in un limbo spesso separato da quella lavorativa. Due studentesse ci hanno raccontato cos’è stato per loro il lockdown e com’è cambiato il rapporto con gli altri. Di seguito la loro lettera che pubblichiamo per intero.

4 Marzo 2020, ultimo giorno di una “normale” vita. Siamo due studentesse universitarie e prima di questo due amiche che  si sono fatte compagnia, a distanza, durante il lockdown. La percezione della  nostra quotidianità è decisamente cambiata: cosa ricorderemo di queste giornate così diverse? É una condizione difficile quella di stare isolati dagli amici, dai parenti, dagli affetti più cari, all’inizio ci siamo sentite “costrette” in un certo senso, ora crediamo che sia stato importante stare a casa cercando di tutelare la nostra salute e quella degli altri. Se poi pensiamo che tantissime persone stanno combattendo per vivere, e in troppi non ce l’hanno fatta, ci riteniamo fortunate a stare protette tra mura familiari. In un attimo abbiamo dovuto cambiare persino le più semplici abitudini, come uscire, fare colazione al bar della facoltà, prendere l’autobus, arrivare puntuali a lezione, spostarci da un’aula all’altra.

 La paura, l’incertezza e l’ansia di affrontare qualcosa di “nuovo”, che abbiamo cercato di curare reinventandoci e scoprendo nuove passioni. Come la maggior parte degli italiani siamo state “salvate” del cucinare: la prima pasta fatta a mano, il pane, la pizza e molte altre ricette. Ma non solo, per nostra fortuna abbiamo case in campagna e, quando magari prima non la apprezzavamo neanche, ora ci sembra un privilegio, così non mancava la raccolta giornaliera delle uova, la passeggiata tra gli ulivi per prendere una boccata d’aria fresca, la “strana” emozione di veder crescere i germogli dei semi che abbiamo piantato.

 In tutti questi giorni non siamo mai (o quasi) stati nominati come “categoria”, gli studenti universitari, eppure la situazione è cambiata anche per noi: lezioni online, esami online ma persino le lauree hanno perso la loro “sacralità”, così per noi niente è come prima. Come se non bastasse insieme alla fase due si sta avvicinando la sessione estiva e il tempo per stare a casa è necessario per studiare, ma diciamoci la verità, studiare in questa situazione non è gratificante come farlo in condizioni normali. Ricordiamo i momenti in cui prese da altri impegni nell’unica ora libera via a sottolineare, ripetere, fogli e foglietti. E i libri? Le pieghe dei libri sono persino diverse: prima dentro una borsa poi in un’altra, ora al massimo si spostano dalla scrivania al giardino.

Tutto sembra più ordinato, il tempo a disposizione per studiare sembra giusto, forse troppo, ma il tempo passa e lo studio viene rimandato. Già immaginiamo la mattina del “nuovo” esame: suona la sveglia, e mentre prima in preda all’ansia correvi a prendere il treno (e ci mancano persino anche i ritardi di Trenitalia), ripassavi all’infinito e nel tragitto parlavi con i compagni scommettendo su possibili domande, ora non devi far altro che metterti una maglia, e magari lasciare i pantaloni del pigiama, posizionarti davanti al pc e aspettare la chiamata del docente pensando “funzionerà internet?”, “si capiranno le parole che dirò?”. È vero che ora abbiamo la possibilità di muoverci più liberamente, ma onestamente facciamo parte di quelle persone che si sentono al sicuro restando intorno casa ed evitando spostamenti superflui, a differenza di molti che hanno percepito questa seconda fase come un ritorno alla vita di prima. Siamo già certe che quando potremo tornare alla normalità ci sarà sempre qualcosa di diverso: il segno che questa situazione ha lasciato non sarà semplice da dimenticare.

Beatrice e Ludovica

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