L’Unione degli universitari, insieme alla Rete degli studenti Medi, ha presentato il rapporto sui costi per Ateneo degli studenti universitari ieri in Senato. Il documento evidenzia subito tre fattori principali: la carenza dei posti alloggio per gli aventi diritto, il 4,77% (36.478 posti letto), a fronte di un fabbisogno di 727.668; l’aumento delle tassazioni negli ultimi quindici anni, arrivate in alcuni atenei come quello di Bari fino al 260%, e poi la forte sperequazione tra studenti in sede/pendolari e i fuori sede – spesso provenienti dal Sud – che spendono il media il doppio dei loro colleghi per la stessa istruzione (sopratutto per gli alloggi). Tommaso Biancuzzi, rappresentate degli studenti medi, ha ricordato come la pandemia abbia colpito più duramente i più giovani.
Nel rapporto si denuncia la mancanza di fondi in legge di Bilancio riguardanti sia diritto allo studio sia gli alloggi. “I 100mila posti in più garantiti dal governo non bastano – afferma il coordinatore Giovanni Sotgiu – servono scelte coraggiose e invece in finaziaria non ci sono fondi per il diritto allo studio”. La norma, approdata ieri in Senato, è oggetto di discussione in aula. La carenza di fondi è in controtedenza con quanto affermato perfino alla Crui e dai ministri competenti riguardo al problema, tutto italiano, del numero insufficiente di universitari che riescono a terminare gli studi e della forte dispersione che, oltre alla scuola, colpisce sempre di più anche l’università con un costo non indifferente per lo Stato.
Leggi anche: