Tanta curiosità e l’importanza di un’esperienza all’estero: ecco i consigli del docente per studiare Scienze Politiche

Domenico De Stefano, docente dell’Università di Trieste, parla di cosa si devono aspettare gli studenti che sceglieranno che sceglieranno Scienze Politiche.

Vuoi studiare Scienze Politiche? Ecco qui i consigli del professor Domenico De Stefano, docente e coordinatore del Corso in Scienze Politiche e dell’Amministrazione presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università degli Studi di Trieste.

Secondo lei quali sono le competenze necessarie per lo studio di Scienze Politiche?

Dal punto di vista delle competenze in ingresso occorre una solida cultura generale e sarebbe utile una buona conoscenza di almeno due lingue, tra cui l’inglese. Un prerequisito secondo me essenziale è sicuramente uno spiccato interesse per i temi di attualità sia nazionali che internazionali accompagnati da uno spirito critico nella lettura degli stessi. Credo che le parole chiave siano curiosità e apertura mentale. Curiosità verso i temi socio-politici e il mondo che ci circonda. Apertura mentale nella misura in cui si deve essere pronti ad affrontare lo studio dei fenomeni sociali, politici, attraverso chiavi di lettura diverse tra loro ma anche complementari. Infatti si deve essere pronti a studiare e fare propri gli strumenti analitici forniti da diverse discipline (storia, sociologia, politologia, geografia, economia e statistica).

Data la multidisciplinarietà del corso, qual è il miglior metodo di studio per affrontare i vari campi del sapere?

Dalla mia esperienza in un Dipartimento di Scienze Politiche e sociali che ha attivi quattro percorsi formativi (tra percorsi triennali e magistrali molto diversi fra loro), direi che la chiave del successo accademico è proprio questa flessibilità nello studio di diverse discipline. Mi piace affermare che nei percorsi formativi di Scienze Politiche, noi docenti forniamo un’ampia cassetta degli attrezzi (multidisciplinarietà). Lo studio approfondito di queste materie da parte degli studenti consente di farle interagire in vari modi (interdisciplinarietà). La raccomandazione che mi sento di dare è ancora una volta di essere curiosi e di cercare di approfondire lo studio delle varie materie. Suggerisco soprattutto di interagire con i docenti, di non avere alcuna ritrosia a contattarli per chiarimenti o approfondimenti. Un suggerimento trasversale è di pensare ad un’esperienza all’estero mediante il progetto Erasmus per avere cognizione di quale sia l’approccio allo studio di determinate materie nelle università straniere. Da ex studente Erasmus reputo tale esperienza fondamentale in generale per qualsiasi studente universitario, a maggior ragione per gli iscritti a Scienze Politiche.

Quali sono le opportunità professionali in questo campo?

I dati ci dicono che l’attuale fase del mercato del lavoro è estremamente favorevole per i laureati in discipline socio-politiche. Ci sono e si prevede che ci saranno crescenti possibilità di impiego nella Pubblica Amministrazione (così come in istituzioni comunitarie ed internazionali), che tipicamente è lo sbocco naturale per i laureati in Scienze Politiche. Tuttavia è possibile accedere a numerose opportunità anche nel settore privato. Ad esempio nel campo della gestione delle risorse umane, dell’europrogettazione (figura professionale estremamente ricercata), della comunicazione (pensate all’emergere della figura del social media manager ad esempio nell’ambito della comunicazione politica), della ricerca sociale e politica. In generale tutte le figure che hanno a che fare con aspetti gestionali e di governance sono tipici sbocchi occupazionali dei nostri laureati. Aggiungerei a questo elenco anche il terzo settore sia a livello nazionale che internazionale, fondazioni, organizzazioni internazionali e di cooperazione internazionale. Consiglio però vivamente di ultimare il percorso di studi intrapreso iscrivendosi ad un percorso di laurea magistrale per dirigere in un’ottica più specialistica le competenze acquisite negli studi triennali.

 Ci può raccontare come scelse il suo percorso di formazione superiore?

La scelta della prosecuzione degli studi è sempre difficile ed è il momento in cui si valuta la possibilità di seguire i propri interessi fino in fondo. Ricordo che la mia intenzione era di approfondire lo studio della statistica, materia che avevo affrontato nel percorso scolastico, applicata ai fenomeni sociali. Decisi convintamente di iscrivermi a sociologia e di personalizzare il curriculum degli studi in ottica quantitativa. Ho poi approfondito alcune tematiche di mio interesse (metodi di valutazione della qualità e modelli a scelta discreta) durante la stesura della tesi di laurea. La naturale prosecuzione è stata quindi un master in metodi quantitativi e il dottorato in Statistica, con un’esperienza di un anno all’estero. Oggi sono docente di Statistica Sociale e mi occupo principalmente di modelli statistici in ambito socio-politico e di Social Network Analysis, una disciplina di estremo interesse per i laureati in scienze politiche, utile ad esempio nell’analisi dei meccanismi di social influence.

Un augurio alle future matricole?

 Auguro soprattutto di scegliere il percorso più consono al pieno sviluppo dei propri interessi. Qualunque sia la scelta credo che seguire le proprie passioni sia il modo migliore per plasmare il proprio futuro. Ho anche un consiglio: studiate per il piacere di conoscere e non strumentalmente ai soli fini del superamento degli esami. Vi assicuro che il bagaglio di conoscenze e competenze che acquisirete durante questi anni vi tornerà utile nel vostro percorso personale e professionale.

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