Studenti e sindacati della scuola contro l’Autonomia differenziata: “Governo cambi il progetto”

“No alla regionalizzazione dei diritti. No alla costituzione del grande nord”. La protesta degli studenti davanti al ministero

Un flash mob per dire no all’autonomia differenziata. Si è svolto oggi a Trastevere, davanti al ministero dell’Istruzione e del Merito, un sit in organizzato dai sindacati degli studenti e dei lavoratori della scuola per dire no all’autonomia differenziata. Unione degli Universitari, Rete degli Studenti Medi e Flc Cgil hanno tagliato simbolicamente un’Italia gigante in due, indossando una maschera di Meloni e Calderoli.

“Oggi siamo qui – dichiara Alessia Polisini dell’Unione degli Universitari – per opporci al progetto del Governo sull’autonomia differenziata. A rischio sono istruzione, salute, lavoro, ambiente, ricerca scientifica, sicurezza, energia. Queste sono le responsabilità che il governo vuole scrollarsi di dosso per darle in pasto al regionalismo competitivo. Lo vediamo sulla nostra pelle e su quella di cinquemila studenti idonei non beneficiari, a causa della mancata attuazione del LEP. Oggi siamo qui per dire che l’Italia è una e indivisibile“.

“No alla regionalizzazione dei diritti. No alla secessione dei ricchi. No alla costituzione del grande nord. No alle privatizzazioni. No ai tagli”, hanno scandito al megafono gli studenti e i lavoratori. Non solo Roma: tra oggi e domani gli studenti hanno organizzato flash mob davanti alle prefetture di Torino, Milano, Modena, Bologna, Parma, Ancona, Perugia, Lecce e Messina.

Paolo Notarnicola, coordinatore nazionale della Rete degli Studenti Medi ricorda: “Oggi siamo davanti al MIM perché è da qui che tutti i problemi nascono: verso scuola e università solo tagli negli ultimi decenni, zero investimenti. Noi non ci stiamo. Il 7 ottobre saremo in piazza con la CGIL e oltre cento associazioni che hanno aderito alla Via maestra, insieme per la Costituzione. Saremo in piazza per chiedere il rispetto dell’articolo 34 della nostra Costituzione. Perché siamo il futuro di questo paese. Perché noi in silenzio non ci stiamo”.

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