Solo una università italiana tra le prime 50 in Europa ma la classifica di Qs premia la nostra ricerca

Il Politecnico di Milano si conferma il miglior ateneo d’Italia classificandosi al 47esimo posto a livello europeo, seguito dalla Sapienza (65), Bologna (78) e Padova (89).

Il Politecnico di Milano tra i primi 50 posti, Sapienza di Roma, Bologna e Padova tra i primi 100. Non sorride particolarmente alle università italiane la prima classifica QS tarata esclusivamente sulle migliori università d’Europa. Il nostro Paese si colloca al quarto posto per numero di università (51), seguita immediatamente dalla Francia (50) ma non riesce a piazzare nessun ateneo tra i primi dieci posti dove invece svetta Oxford (al primo posto) seguito dal Politecnico di Zurigo e Cambridge a completare il podio.

Il Regno Unito domina, con 107 atenei classificati, mentre la Turchia e la Germania seguono con 73 e 53 rispettivamente. La classifica valuta le università in base alla reputazione internazionale, alla quantità e impatto della ricerca prodotta, alle risorse dedicate all’insegnamento, all’internazionalizzazione e ai risultati occupazionali (metodologia) ed elenca 688 istituzioni in 42 membri del Consiglio d’Europa, tra cui 106 università mai classificate in precedenza da Qs.

Per quanto riguarda l’Italia il Politecnico di Milano si conferma il migliore ateneo italiano raggiungendo il 47esimo posto, seguito dalla Sapienza (65esima), l’Alma Mater di Bologna (78esima) e l’Università di Padova (89), uniche quattro a posizionarsi tra le prime cento università in Europa.

I dati non particolarmente incoraggianti per l’Italia però cambiano registro se si parla della produttività scientifica dove il nostro Paese è leader incontrastato con 25 atenei tra i primi 100 (il Politecnico di Bari è 13esimo posto mentre quello di Torino è 17esimo), quasi il doppio di Francia e Germania che ne hanno in tutto 13.

“Sebbene il Regno Unito domini la classifica, soprattutto grazie al rilievo globale di Oxbridge e all’influenza della ricerca prodotta, l’eccellenza permea l’intera regione europea – ha spiegato Ben Sowter, vicepresidente di QS – I nostri dati evidenziano diversi punti di forza: dall’attrazione di talenti internazionali, docenti, ricercatori e studenti, alla creazione di potenti alleanze di ricerca e alla qualità dei laureati, apprezzati dai datori di lavoro internazionali”.

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