Sono più di 65mila gli immobili ritenuti idonei per allargare l’offerta di posti letto a disposizione degli studenti universitari. È questo il risultato del censimento voluto dal ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, che oggi ha risposto ad un question time sul tema del caro affitti.
“Abbiamo ereditato una dotazione di appena 40mila posti letto ma siamo pronti e stiamo già lavorando al massimo per recuperare questo gap decennale. Ho avviato un gruppo operativo con le Amministrazioni regionali e locali e lanciato una manifestazione di interesse, che ha avuto buon fine, per individuare immobili pubblici e privati da poter riconvertire in studentati da mettere a disposizione degli atenei. A seguito della pubblicazione, sono pervenute circa 80 mila domande di interesse e nei prossimi giorni sarà formalizzato l’elenco degli immobili ritenuti idonei, intorno a 65-67 mila – ha specificato il ministro – Si tratta di un passaggio fondamentale per l’implementazione della Riforma del Pnrr. Agli stanziamenti Pnrr si aggiungono poi le ordinarie risorse messe a disposizione dal Mur per contrastare la carenza degli alloggi universitari: come l’ultimo bando con cui sono stati stanziati circa 500 milioni di euro per la realizzazione di residenze universitarie. Nelle prossime settimane, sarà formalizzato il provvedimento di assegnazione dei relativi finanziamenti”.
Sui rettori in scadenza
La Bernini ha poi risposto anche ad un altro quesito che riguardava la proroga dei mandati dei rettori in scadenza entro il 2026. “Al momento non è pervenuta alcuna istanza formale relativa alla proroga dei mandati rettorali in scadenza prima del 31 dicembre 2026. Di conseguenza, non sono state ancora approntate o predisposte concrete proposte normative al riguardo. Sarà mia cura condividere tempestivamente con il Parlamento, nel rispetto delle procedure decisionali preposte, ogni eventuale misura che possa essere indirizzata in questa direzione” ha concluso il ministro dell’Università e della Ricerca.
Medicina, nessuna irregolarità
Infine spazio anche per una domanda riguardo alle presunte irregolarità riscontrate durante i test per accedere alla facoltà di Medicina. Come ribadito anche nei giorni scorsi, il ministro ha sottolineato come “non ci sia stato alcun data breach, ovvero nessuna violazione della banca dati dei quesiti, e lo svolgimento della procedura sia stato assolutamente regolare”.
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