Sms killer della comunicazione

Arriva dall’università di Calgary, in Canada, uno studio sul livello di comunicazione degli adolescenti. Risultato della ricerca, anche se non proprio una novità, è che i giovani che inviano molti sms quotidianamente hanno un vocabolario limitato rispetto ai coetanei che preferiscono leggere libri e giornali.

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Una storia che va avanti da almeno dieci anni, da quando i cellulari sono diventati sempre più strumento indispensabile per la vita di tutti i giorni. “Il nostro dato di partenza – ha spiegato al quotidiano “La Repubblica” il ricercatore Joan Lee – era che scrivere messaggi incoraggia un linguaggio senza restrizioni né limiti. Ma, analizzando il comportamento degli studenti, abbiamo riscontrato che non è così. Quelli che “accettavano” e acquisivano più parole lo facevano perché sapevano meglio interpretarne il significato. I volontari che invece leggevano e scrivevano molti messaggi avevano un atteggiamento più chiuso”.

Sulla questione i pareri degli esperti sono molto discordanti. Se da una parte è vero che si perde la possibilità di ampliare il proprio vocabolario, dall’altra è ugualmente vero che la società viaggia sempre più veloce ed è indirizzata verso un modo di fare sempre più easy, più smart.

La questione diventa più calda se si tocca l’argomento chat dove oltre a impiegare del tempo prezioso per altre attività, viene adoperato esclusivamente quello che ha preso il nome di “gergo di internet“, un vocabolario parallelo dove le abbreviazioni la fanno da padrone. I giovani d’oggi passano ore ed ore al pc preferendo la conversazione dietro lo schermo piuttosto che davanti ad un caffè. C’è chi, poi, utilizza anche una webcam per parlare con amici e colleghi che potrebbe incontrare solo facendo due passi.

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