2600 scuole in meno in tutta Italia per via del cosiddetto dimensionamento: l’obbligo di creare istituti con non meno di mille alunni per razionalizzare e ridurre la spesa pubblica.frutto della vecchia manovra Tremonti-Gelmini (la Finanziaria del 2011). URisparmio stimato in 172 milioni di euro.
A dichiarare illegittimo il provvedimento però, ci ha pensato una sentenza della Corte Costituzionale del giugno scorso (la 147): il Governo aveva messo da parte le Regioni che pure hanno competenza in materia. E ora, alla vigilia delle pre-iscrizioni alle scuole (la cui scadenza è fissata al 28 febbraio), si rischia il caos amministrativo. Mettendo in difficoltà le famiglie che si trovano adesso a scegliere tra istituti e dirigenti che potrebbero cambiare completamente prima di settembre. Un genitore infatti potrebbe iscrivere i propri figli ad una data scuola e a settembre scoprire che quella stessa scuola potrebbe essere tra quelle cancellate.
La legge intanto ha già portato alla chiusura di oltre 2.600 istituti scolastici, circa il 25% del totale. Un taglio che ha pesato soprattutto per le scuole materne, elementari e medie che spesso sono state accorpate quasi sempre in istituti comprensivi e con numeri complessivi di alunni decisamente alti. Quasi la metà dei tagli è al sud: in Campania, Sicilia, Puglia e Calabria. Cinque regioni, però, si sono rivolte alla Corte Costituzionale, che ha dato loro ragione.