Scuola, l’anno nuovo si apre con 321mila prof a concorso

Il 2012 della scuola in Italia si chiude con il ‘Concorsone’ che a meta’ dicembre ha riportato sui banchi d’esame 321.210 candidati ‘prof’, piu’ di 27 per ognuna delle 11.542 cattedre disponibili, distribuite su tutti gli ordini scolastici, dalle materne alle superiori. Il primo turno della prova preselettiva e’ stato superato solo dal 34,1% dei candidati.

Il 2012 e’ stato un altro, l’ennesimo, anno di tribolazioni fra fondi tagliati, legge di stabilita’, studenti in piazza, stavolta accanto ai professori.

I dati parlano di un dimezzamento del personale scolastico, specialmente quello precario, rispetto al 2006. I dipendenti della scuola sono poco piu’ di un milione, un terzo del totale circa, in quattro anni il loro numero e’ calato di oltre 120.000 unita’. E’ diminuita, seppur di poco, la spesa sostenuta dallo Stato per il costo dei dipendenti della scuola, che rimane il capitolo piu’ consistente di uscite: cinque miliardi in meno tra il 2008 e il 2011.

E nel provvedimento approvato a fine mese i capitoli riguardanti la scuola non mancano. A cominciare da un ulteriore sforbiciata, ”a decorrere dall’anno 2013” (dopo quella triennale prevista all’Aran per recuperare gli scatti d’anzianita’) al taglio delle ”competenze accessorie” allocate nel Fondo d’Istituto, pari a 47,5 milioni di euro. Accompagnata da un’ulteriore riduzione dei distacchi e dei permessi per motivi sindacali.

Ai sindacati la manovra Monti non e’ proprio piaciuta. Ad iniziare dall’Anief, che prevede per ogni scuola, tagli a finanziamenti per progetti, ripetizioni agli studenti in difficolta’, visite didattiche e tutto quello che riguarda le attivita’ a completamento della didattica”, con una ”mancata assegnazione pari a 40-50mila euro” ad istituto.

Inoltre, per l’Anief, il 2012 si chiude nell’illegalita’: ”il governo Monti ha infatti deciso all’ultimo momento di annullare i decreti di rideterminazione della rete scolastica attraverso cui l’ultimo governo Berlusconi aveva illegittimamente deciso, senza l’indispensabile parere della Conferenza Stato-Regioni, di sopprimere dall’anno scolastico in corso ben 2.611 istituti pubblici”. Ma ad animare la protesta dei sindacati e’ anche il mancato stanziamento di 300 milioni per il fondo di finanziamento ordinario delle universita’: per il segretario generale della Flc-Cgil, Pantaleo, questa mancata operazione portera’ ”al rischio di fallimento di 30 atenei e gli altri non potranno garantire piu’ una qualita’ formativa adeguata.

Il fondo ordinario dopo, i tagli epocali della Gelmini, non garantisce nemmeno la copertura delle spese di funzionamento con l’inevitabile conseguenza di ridurre la ricerca e i servizi agli studenti. Le tasse universitarie saranno ulteriormente aumentate e tutto questo provochera’ la diminuzione delle iscrizioni”. E mentre in occasione del Natale la Flc Cgil ha organizzato un sit in davanti al ministero con precari Ata provenienti da tutta Italia che vestiti da Babbo Natale si sono scambiati i doni del ministero per il 2012 (tagli agli organici, blocco delle immissioni in ruolo, riduzione e mancato pagamento delle indennita’ di funzioni superiori, aggravio dei carichi di lavoro, molestie burocratiche), dalla Uil Scuola arriva un monito affinche’ si torni ad investire:

”Non vogliamo piu’ sentir dire che non ci sono risorse – avverte il segretario generale Massimo Di Menna – l’istruzione va considerata una priorita’ e la spesa pubblica va spostata da settori non produttivi (come la politica e le alte cariche dell’amministrazione pubblica) alla scuola. Il governo Monti si era presentato con la lettera della Commissione europea in cui era indicata la valorizzazione della professione degli insegnanti e il recupero delle distanze di apprendimento degli studenti italiani. Non e’ stato fatto nulla”.

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