Scuola, dopo le lezioni anche i voti arrivano online

Nuove istruzioni del ministero sulla didattica a distanza: abbandonare il semplice invio di compiti a casa, trovare il giusto equilibrio tra classi virtuali e video registrati.

Di giorno in giorno il quadro intorno alla didattica a distanza si fa più chiaro. Grazie a nuove indicazioni che il ministero, partendo dalla ricognizione delle esperienze avviate sul campo, invia alle scuole con cadenza quasi quotidiana per affrontare l’emergenza legata al coronavirus. L’ultima riguarda la valutazione degli alunni: così come andava fatta in presenza, va fatta anche da lontano.Oltre alle lezioni, dunque, anche i voti viaggeranno via web. Nelle forme scelte dagli insegnanti, sulla base delle indicazioni del Collegio docenti. Ma le raccomandazione di viale Trastevere non finiscono qui: basta limitarsi a inviare compiti a casa, servono spiegazioni in video. Senza gravare troppo però – si raccomanda la circolare – su ragazzi e famiglie.

Il diritto (e il dovere) alla valutazione
La parte più innovativa della nota ministeriale arriva alla fine. Quando sottolinea che «se è vero che deve realizzarsi didattica a distanza» – si legge nel testo – è altrettanto «necessario che si proceda ad attività di valutazione costante». Valutazione che va fatta con tempestività, trasparenza e buon senso didattico.
Fermo restando che tocca al singolo insegnante individuare le forme, le metodologie e gli strumenti per valutare il ragazzo, secondo i criteri approvati dal Collegio docenti, l’importante è che lui riceva un feedback del lavoro svolto da remoto. Ne va del «dovere alla valutazione» in capo a ogni prof e del «diritto alla valutazione» che spetta a ogni alunno. Purché al voto si accompagni anche l’indicazione – anch’essa personalizzata – ad approfondire o recuperare le eventuali lacune.

No alla semplice assegnazione di compiti a casa
Prima della valutazione la circolare in realtà si sofferma sulle modalità in cui svolgere l’e-learning. Nel ringraziare l’intera comunità scolastica per lo sforzo di queste settimane e nel ricordare al dirigente scolastico che deve essere lui a «promuovere la costante interazione tra i docenti» il dicastero guidato da Lucia Azzolina fornisce delle possibili strade da seguire a seconda del livello di istruzione in cui ci si trova. Anche se vale per tutti la raccomandazione ad abbandonare «il mero invio di materiali o la mera assegnazione di compiti», che non siano preceduti da una spiegazione o seguiti da un chiarimento dello stesso prof.

Lezioni diverse a seconda del grado di scuola
Alla scuola dell’infanzia, va stimolato il contatto diretto con i bambini anche attraverso semplici messaggi vocali o video. Alle elementari bisogna trovare il giusto equilibrio tra insegnamento a distanza e momenti di pausa, per evitare di far passare agli alunni troppo tempo davanti allo schermo. Valorizzando la loro autonomia senza gravare però di troppi pesi sui genitori, magari impegnati a loro volta nello smart working. Alle medie e alle superiori, invece, il suggerimento è quello di alternare momenti live nelle classi virtuali con lezioni registrate. Con annesso invito agli insegnanti a raccordarsi per evitare un peso eccessivo di compiti sui ragazzi.

I bisogni educativi speciali da salvaguardare
Qualche attenzione in più, come è giusto che sia, va riservata agli studenti con disabilità e bisogni educativi speciali. Centrale è la figura dell’insegnante di sostegno che deve mantenere l’interazione con l’alunno e tra quest’ultimo e i docenti curriculari. E preparare se serve del materiale personalizzato da inviargli. Perché se è vero che nessuno deve essere lasciato indietro in questa condizione di “scuola sospesa” per alcuni ragazzi lo è ancora di più.

sole24ore

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