Scompare la cosiìdetta “autonomia responsabile” degli atenei con i bilanci a posto. Lo annuncia lo stesso capo Dipartimento dell’Università, Giuseppe Valditara: “Bozza ritirata”. Nel testo, inviato dagli uffici del ministero alla Conferenza dei rettori a inizio maggio, si prevedeva che gli atenei pubblici italiani sani sul piano finanziario e ben certificati nel campo della didattica e della ricerca potessero ottenere una serie di libertà fin qui negate: assunzioni dall’estero, nuovi dipartimenti, gestione più discrezionale di premi e incentivi per i docenti. Queste libertà nella bozza del capo di gabinetto di viale Trastevere restavano negate alle università con il risanamento incompiuto. Ed ora un nulla di fatto. Secondo quanto ricostruisce il quotidiano Repubblica, uno scontro interno tra i due più alti funzionari del ministero in ambito universitario – lo stesso Valditara, 58 anni, professore universitario in congedo, e il direttore generale della Formazione superiore Daniele Livon, 46 anni, cresciuto alla scuola amministrativa dell’Università di Udine e portato al Miur da Stefania Giannini – ha affossato l’ultimo tentativo di questo governo di intervenire sul mondo accademico italiano.
I due primi dirigenti hanno convissuto otto mesi alternando silenzi a domande senza risposta. L’ultima domanda, che ha segnato il congedo tra i due, è arrivata per telefono, pochi giorni fa: “Perché hai scritto che la riforma è opera mia, lo sai che non è vero”, ha chiesto, per la prima volta con il tono di voce alterato, Livon al suo superiore gerarchico. E Valditara che quella riformina l’aveva scritta in sintonia con due consiglieri fedeli, questa volta gli ha dovuto rispondere: “A pochi giorni dalle elezioni europee certo non potevo attribuirla né a me né al ministro Bussetti”. Il ministro, si sa, è impegnato in un tour elettorale senza precedenti e a scanso di equivoci al circolare delle prime, raffazzonate pagine ha fatto mettere per iscritto: “Il documento sull’autonomia universitaria che gira in rete è solo un’ipotesi di lavoro, una semplice bozza di studio”.
L’ultimo scontro del conflittuale Miur – il ministro Bussetti contro il viceministro Fioramonti è ormai un classico della casa, da mesi – segnala il procedere per tentativi di un ministero che, in undici mesi, ha realizzato solo le riforme (scolastiche e accademiche) costruite per risparmiare. Quest’ultima vicenda, riguardante il Dipartimento Università, nasce da una bozza passata dal rettorato di Bologna al sito Roars a proposito di un’idea – l’autonomia responsabile, appunto – portata avanti dal professor Valditara senza partecipazione alcuna del viceministro di riferimento, Lorenzo Fioramonti. Con il testo diventato pubblico, la questione “università di Serie A e Serie B” è tornata ad abitare le discussioni del mondo accademico e Valditara ha quindi deciso di scrivere una lettera al sito in cui sconfessava il suo primo funzionario: “Il documento, veicolato riservatamente al presidente della Crui per un primo parere informale dal direttore Livon, è semplicemente una prima bozza elaborata da un gruppo di lavoro coordinato dal direttore Livon e composto da diversi docenti”.
Un’uscita di scena, quella del direttore Livon che si può definire il botto. Infatti da pochi giorni ha vinto il concorso per diventare direttore generale dell’Anvur: una valutazione dei titoli e un colloquio con il presidente dell’Agenzia e i suoi membri direttivi.
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