Roma: il 62 % degli studenti universitari è irregolare

roma studenti

Il 62% degli studenti universitari è irregolare a Roma: si dichiaravano finti poveri per ottenere benefici e sovvenzioni, pagare meno tasse o passare avanti nelle graduatorie. La Guardia di Finanza li ha scoperti in seguito a controlli sulle autocertificazioni, che hanno evidenziato irregolarità per oltre la metà delle dichiarazioni sul reddito presentate.

Ma nel mirino ci sono migliaia di posizioni sospette. Proseguono, infatti a 360 gradi i controlli delle Fiamme Gialle, dopo la firma, a settembre, del patto antievasione con Regione Lazio, Roma Capitale e le Università La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre e in collaborazione con la direzione regionale Agenzia delle entrate del Lazio.

Il ritratto che emerge dall’analisi dei dati è significativo: l’83,7% dei 196mila studenti iscritti risulta aver presentato la dichiarazione Isee, di questi circa il 16% è stato inserito nelle prime tre fasce (quelle di minor reddito) dell’Università La Sapienza, il 27% è stato collocato nelle prime tre fasce delle Università Tor Vergata e Roma Tre.

Le maggiori richieste di sovvenzioni riguardano borse di studio, posti letto o contributi integrativi. La percentuale aumenta, 90%, se si circoscrive l’analisi ai soli studenti stranieri, circa 7.000, il 15% dei quali risulta aver autocertificato redditi inferiori a 1.000 euro. Specifiche richieste di mutua assistenza finalizzate a riscontrare la veridicità di quanto dichiarato, sono state inoltrate alle competenti amministrazioni dei Paesi di origine.

Nel 2012, a fronte di 848 controlli, 521 sono risultati irregolari. Nel 2013 – come scrive TMNews – la percentuale dei controlli irregolari si attesta sul 62% delle posizioni verificate. Ecco allora spuntare casi come la studentessa, con padre proprietario di una Ferrari e di immobili di valore, che ha autocertificato un reddito annuo di 19mila euro o la studentessa di Roma Tre che si è dimenticata di dichiarare redditi per oltre 70mila euro. Ed ancora, la studentessa “smemorata” di Tor Vergata che ha dichiarato redditi per 14.313 euro scordandosi di possedere un patrimonio di oltre 600mila euro.

Col “Patto antifurbetti”, Regione Lazio, le Università La Sapienza, Tor Vergata, Roma Tre e Guardia Di Finanza di Roma fanno rete, collegano energie, professionalità, informazioni e banche dati in un comune impegno per “perseguire più efficacemente obiettivi di equità sociale, assicurando una giusta redistribuzione di risorse pubbliche, tutelando le reali fasce deboli”.

“Oltre a semplificare e rendere più efficaci i controlli, il Patto – spiega la Guardia di Finanza – ha lo scopo di evitare che passi avanti in graduatoria o paghi rette inferiori chi povero non è, a fronte dei tanti giovani realmente bisognosi di un sostegno economico che li aiuti ad iniziare ed affrontare il loro percorso universitario”. I controlli, concentrati sulle posizioni anomale, riguardano l’effettiva situazione reddituale e patrimoniale del nucleo familiare di ciascun studente selezionato.

Chi sarà scoperto dovrà restituire i benefici indebitamente incamerati (borse di studio, esenzioni universitarie, alloggi, buoni pasto, agevolazioni nei trasporti, ect.) e, se ne ricorrono i presupposti, verrà denunciato all’autorità giudiziaria.

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