Rientro a scuola, l’intervista ad Antonello Giannelli (Anp): “Serve un buono casa per gli insegnanti che lavorano dove il costo della vita è alto”

Sul caro libri: “Si alzi il tetto di spesa seguendo l’inflazione prevedendo un buono per le famiglie che ne necessitano”

Manca poco più di una settimana al suono della campanella in molte regioni italiane. Come sarà l’avvio dell’anno scolastico? Quali sono le problematiche più stringenti da risolvere e in generale cosa c’è da aspettarsi? Lo abbiamo chiesto ad Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Dirigenti Pubblici e Alte professionalità della Scuola.

Presidente Giannelli iniziamo con il caro libri, qual è il problema e quale potrebbe essere una soluzione per aiutare le famiglie?

“Va detto che innanzitutto il tetto di spesa è fermo a dieci anni fa quindi il mancato adeguamento sta causando numerosi problemi. Le case editrici non ce la fanno più a sostenere i costi che hanno, sia per l’aumento dell’energia, sia per quello della carta, per cui questo costituisce un problema. I prezzi dei libri vengono spinti comunque verso l’alto e quindi le scuole hanno sempre più problemi ad adottare i testi e rispettare il tetto di spesa. Si potrebbe intervenire prevedendo dei buoni per le famiglie che ne necessitano, se si consentisse di innalzare il tetto di spesa, magari seguendo l’inflazione”.

Il docente tutor sarà una rivoluzione?

“Questa è un’innovazione che noi abbiamo salutato con favore perché queste figure di contorno oggi sono fondamentali. Uno degli elementi di arretratezza della nostra scuola è che si continua a pensare che ci sia bisogno solo del docente che insegna, invece avere dei docenti tutor e docenti orientatori è importante quando i ragazzi hanno sempre più bisogno di essere condotti per mano all’interno del percorso scolastico per trovare se stessi, per comprendere le proprie aspirazioni e per frequentare la scuola giusta per loro”.

Sulla sicurezza degli edifici scolastici stiamo andando nella giusta direzione?

“La questione della sicurezza è sempre attenzionata al massimo. Indubbiamente in molte scuole è necessaria una messa a norma. Questom, però, è un obiettivo che deve essere perseguito dagli enti locali che hanno la responsabilità della messa in sicurezza degli edifici. Gli stessi enti che hanno ricevuto consistenti fondi nell’ambito del Pnrr, però io so che ci sono parecchie difficoltà da parte loro a gestire questi fondi con la dovuta tempestività. Il Pnrr ha delle scadenze: mi auguro che il governo riesca a vigilare affinchè queste difficoltà vengano superate”.

Cosa fare per risolvere la problematica di violenza di genere e bullismo che troppo spesso colpiscono studenti?

“Lo spazio privilegiato per occuparsi del rispetto dell’altra persona, donna o uomo che sia, è l’insegnamento dell’educazione civica dove deve essere sviluppato il rispetto per gli altri che rispecchia l’articolo due della Costituzione. Quindi ritengo che si debba ripartire dall’insegnamento fondamentale: a scuola non si va solo per far di conto, come si diceva un tempo, ma si deve andare per sviluppare primariamente il rispetto per l’altro, senza il quale la società civile collassa. Infatti abbiamo avuto di recente degli episodi molto gravi di questo degrado sociale e civile che dobbiamo fermare”.

Cosa si spetta per la scuola in legge di Bilancio?

“Considerando che grazie al Pnrr c’è stata una grande disponibilità di fondi per attrezzature, aggiornamenti, adesso quello che io mi aspetto è che vengano previste delle poste in legge di Bilancio che possano consentire un adeguamento retributivo di tutto il personale. Il Pnrr non può fornire le risorse per le retribuzioni che invece devono essere rimpolpate con il bilancio dello Stato. Se non sarà così continueremo a perdere capacità di attrazione dei migliori laureati che preferiranno dedicarsi al lavoro nell’ambito privato perché lì è più agevole e frequente fare carriera e guadagnare di più”.

Come si risolve la carenza di docenti al Nord?

“La problematica Nord-Sud è ben nota ed è sempre la stessa. I cittadini del Sud hanno molte meno possibilità di lavorare nel settore privato e per la maggior parte si dedicano al lavoro nel settore pubblico. Altra tematica poi è quella legata al costo della vita, che non è semplicisticamente al Nord in generale ma più che altro nelle città. Ma la soluzione non è secondo me quella dell’aumento stipendiale localizzato, alla quale non sono favorevole, ma attraverso un sistema di welfare come ad esempio un buono casa. Qualche cosa che non faccia parte della retribuzione ma venga assegnato sulla base delle effettive necessità dei lavoratori”.

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