Riduzione delle tasse universitarie e diritto allo studio: si apre la discussione in Parlamento

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Riduzione delle tasse universitarie: la proposta di legge comincia il suo iter parlamentare – Il sottosegretario all’istruzione, Angela D’Onghia, nell’ambito della commissione Cultura della Camera, ha dato parere favorevole alla proposta di legge presentata dal deputato 5 stelle Gianluca Vacca che chiede alle Università italiane di ridurre la pressione fiscale nei confronti degli iscritti.

Il provvedimento, nella forma con cui è stato presentato dal grillino Vacca, porterebbe 35 Atenei a diminuire le tasse imposte ai propri studenti, per un risparmio sulle spese universitarie sostenute dalle famiglie italiane stimato in un buon 20%.

L’impennata che le tasse d’iscrizione alle Università hanno subito negli ultimi due anni si deve ad un provvedimento imposto dal Governo Monti nel 2012: allora, data la cronica sofferenza delle casse universitarie, l’esecutivo decise di modificare i criteri per il calcolo della tassazione imponibile agli studenti. In particolare, rimaneva il limite per cui gli Atenei non potevano chiedere contributi ai propri iscritti per un importo superiore al 20% di quanto ricevuto dallo Stato sotto forma di Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), ma questa percentuale andava calcolata sulle sole tasse versate dagli studenti in corso e non più sulla totalità degli iscritti (compresi, quindi, anche i fuoricorso che negli Atenei italiani sono la maggioranza), così come non era più il solo Ffo a dover entrare nel calcolo, bensì tutti i finanziamenti ricevuti dallo stato.

Tuttavia, precisano dal Miur, l’iter per l’approvazione della proposta di legge è ancora lungo. Il tema del diritto allo studio, inoltre, è in questi giorni all’attenzione del dibattito parlamentare e sono numerose le proposte messe in campo.

Oltre al disegno 5 stelle, ha suscitato molta attenzione anche la proposta del deputato PD e vicepresidente della Commissione Istruzione della Camera, Manuela Ghizzoni che prevede una no tax area fino a 20.000 euro di ISEE, assegnazione agli atenei statali di una quota aggiuntiva di finanziamento in proporzione al numero degli studenti esenti e l’importo medio regionalizzato della contribuzione studentesca non superiore ai 900 euro.

“Sono i tre punti chiave della proposta grazie alla quale una platea ampia di studenti potrà accedere agli studi gratuitamente o con costi realmente commisurati alle proprie capacità economiche, senza tuttavia che i bilanci degli atenei entrino in sofferenza – ha commentato Manuela Ghizzoni – Ecco perché riteniamo la nostra proposta in grado di garantire agli studenti italiani un sistema di accesso all’università finalmente equo e attrattivo”.

“Questo tempo, caratterizzato dalla crisi economica e da nuovi bisogni sociali – continua Ghizzoni -, richiede alla politica grandi responsabilità e capacità di innovare, motivo per cui riteniamo che la proposta del M5S sia inadeguata e parziale: prevedendo infatti l’abrogazione di una norma introdotta con la spending review, si limita a ritornare allo status quo ante”.

“E’ apprezzabile che il governo si sia già reso concretamente disponibile a intraprendere un percorso condiviso con il Parlamento per rendere la tassazione studentesca un elemento attrattivo e non respingente per l’accesso all’università – conclude Ghizzoni – L’aumento di 150 milioni del Fondo di finanziamento statale e di altrettanti del fondo per le borse di studio sono le giuste premesse che ci fanno essere ottimisti sui futuri investimenti necessari a dare gambe alle novità previste dalla proposta e quindi ai talenti dei nostri giovani”.

Soddisfatto, in parte, anche il sindacato studentesco Link – Coordinamento universitario: “Abbiamo sostenuto la proposta di legge fin dalla sua presentazione  –  ha dichiarato Alberto Campailla, portavoce di Link Coordinamento universitario – poiché riteniamo che il ripristino del rapporto del 20% sia necessario per evitare aumenti delle tasse per studenti in corso e fuori corso. L’accelerazione impressa negli ultimi giorni è positiva, ma – conclude Campailla – crediamo che il testo debba essere discusso e approvato con urgenza dal Parlamento in seguito alla determinazione definitive delle voci di bilancio da cui attingere l’imprescindibile copertura economica per evitare che le affermazioni si trasformino nell’ennesimo spot elettorale”.

 

Leggi anche: “Un bollettino da 160 euro: benvenuti nella giungla delle tasse universitarie. “Un giro d’affari da 14 milioni di euro”

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