Ricercatori fantasma, vincitori senza assunzione

Un gruppo di 19 «Ricercatori fantasma» dell’Università degli studi di Bari ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Profumo affinché sblocchi la situazione dei concorsi, consentendo in qualche modo agli atenei di procedere all’assunzione dei vincitori.

Un gruppo di 19 «Ricercatori fantasma» dell’Università degli studi di Bari ha scritto una lettera aperta al ministro dell’Istruzione Profumo affinché sblocchi la situazione dei concorsi, consentendo in qualche modo agli atenei di procedere all’assunzione dei vincitori.

Hanno vinto il concorso per ricercatore a tempo indeterminato ed ora attendono l’entrata in servizio. Sono giovani preparati per i quali essere risultati primi ad un concorso non ha significato nulla. Gli atenei infatti sono impossibilitati a procedere alla loro assunzione a causa del superamento del limite del 90% nel rapporto tra assegni fissi (AF) e fondo di finanziamento ordinario (FFO). Questo accade nonostante i concorsi siano stati banditi quando gli atenei erano ancora «virtuosi», a valere su risorse finanziarie disponibili in bilancio.

«Quello che le chiediamo – scrivono i ricercatori nella lettera al ministro – è di restituirci il diritto di poter scegliere della nostra vita dandoci delle risposte chiare e realistiche. Ci rivolgiamo a Lei perché in quest’ultimo anno nessuno è riuscito a darci risposte chiare su quello che realisticamente ci aspetta dopo la legge 1 del 2009».
«La mancata assunzione – sottolineano – ci costringe ormai da troppo tempo a vivere una condizione di disagio e di estrema incertezza circa il nostro futuro lavorativo, penalizzando pesantemente le nostre professionalità e impedendo agli atenei di realizzare quel ricambio generazionale tanto auspicato che dovrebbe favorire lo sviluppo del sistema universitario nazionale» sottolinea una di loro, Alessandra Contino.

«L’aver vinto un concorso rappresenta ancora un diritto legalmente riconosciuto in questo Paese? È ontologicamente corretto classificare come virtuoso o non virtuoso un Ateneo solo sulla base di parametri economici? Bloccare l’assunzione di un numero comunque esiguo di ricercatori, per i quali esisteva la copertura finanziaria al momento dell’emissione dei bandi, serve davvero a risollevare i conti dell’Ateneo? È legittimo e costituzionale bloccare la nostra assunzione senza alcun vincolo temporale?».

Ed ancora: «È legittimo e costituzionale discriminare i vincitori di concorso con copertura finanziaria a totale carico dell’Ateneo da quelli in regime di cofinanziamento Miur – quota MUSSI, che al contrario sono già stati assunti? E soprattutto, presunta la buona fede e l’imparzialità del legislatore, come mai ancora oggi non è possibile ottenere una deroga alla legge 1/2009 che risani tale questione? Forse queste domande hanno risposte diverse da quelle per noi ovvie, e poterle conoscere ci permetterebbe quantomeno di scegliere e di andare avanti».

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