Il presidente dei direttori delle Università a Corriereuniv.it: “Abbiamo bisogno di poter assumere personale e di procedure più semplici”

“Servono 500 milioni in più in cinque anni per le borse di studio e nuove risorse per riqualificare le strutture degli atenei”

“Oggi c’è un’emergenza nell’università italiana: serve personale amministrativo che abbia le nuove competenze che un mondo sempre più competitivo richiede e che sia giovane. E con le attuali regole a cui gli atenei devono sottostare cioè non è possibile”. A dirlo è Alberto Scuttari, presidente del CoDAU (Convegno dei Direttori generali delle Amministrazioni Universitarie) e direttore generale dell’Università di Padova, che raggiunto da Corriereuniv.it mette in fila le priorità che l’Università italiana ai tempi del Pnrr.

Le richieste accolte in legge di Bilancio

Lo scorso 18 gennaio l’assemblea dei direttori, riunitisi a Roma, aveva avuto un confronto con il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, ed anche con il nuovo presidente della Conferenza dei Rettori (CRUI), Salvatore Cuzzocrea. “Uno dei nostri obiettivi in questo ministero è quello di semplificare – aveva detto il capo del MUR durante il confronto -. Altrimenti non riusciremo a spendere questi soldi. E otteniamo l’effetto per cui dopo il 2026 dobbiamo creare l’effetto rimbalzo per riqualificare l’esistente, che è la terza missione dell’università”. Sottolineando, poi, una problematica tutta italiana: quella dei compensi di ricercatori e docenti. “Riguardo ai progetti europei spesso non riusciamo a spendere perché i nostri ricercatori vengono pagati meno, quindi contabilizzati meno rispetto i ricercatori degli altri paesi europei, quindi dobbiamo restutuire i soldi”.

“Noi siamo felici che alcune delle richieste che avevamo fatto al governo siano state accolte nella legge di Bilancio – afferma Scuttari -. Come ad esempio i 300 milioni in più sull’housing universitario, l’ampliamento delle borse di studio in legge di Bilancio fino al 2025 con 500 milioni in più di risorse aggiuntive al Pnrr. Senza contare il prolungamento dell’uso dell’assegno di ricerca in mancanza di un cntratto di ricerca sostitutivo che è ancora stato discusso a livello collettivo, senza contare che com’è configurato attualmente senza un adeguato finanziamento è di difficile applicazione”. Il rischio sarebbe stato quello di tagliare ricercatori, e in di conseguenza fondi alla ricerca. Durante una domanda proprio sull’applicazione del contratto di ricerca varato per decreto dal governo Draghi la ministra ha risposto che “bisogna definirlo a livello di contrattazione collettiva”.

Emergenza assunzioni

Un urgenza preme il mondo dei direttori e manager degli atenei: le assunzioni e soprattutto gli stipendi da dare alle nuove figure. “Questa è diventata ormai una vera e propria emergenza – afferma Scuttari – abbiamo chiesto al ministro di fare di più dal punto di vista amministrativo per il personale, che non è solo docente e di ricerca, ma anche tecnico-amministrativo. Noi, sopratutto oggi che dobbiamo gestire il rilancio del Paese in un quadro che prevede in futuro sempre più finanziamenti da intercettare a livello europeo e internazionale, abbiamo bisogno di assumere personale giovane e che abbia un nuovo tipo di competenze. Ed oggi per farlo siamo obbligati per legge a diminuire la parte di reddito mobile del personale già assunto. Così non è possibile attingere a tutto quel panorama di competenze necessarie in un mondo, come quello dell’università, sempre più complesso e competitivo”.

Borse di studio e riqualificazioni

Sui temi affrontati dal governo in legge di Bilancio, però, serve di più. “Riguardo le borse di studio bisogna rendere il finanziamento strutturale, non è possibile che vi siano ancora oggi problematiche di disparità tra gli studenti o figure come gli aventi diritto alla borsa ma a cui il finanziamento non può essere erogato per mancanza di fondi – sottolinea Scuttari a Corriereuniv.it -. Come CoDAU abbiamo previsto che all‘attuale aumento se ne aggiunga un altro di 500 milioni in cinque anni”. Un altro problema riguarda invece ristrutturazioni e riqualificazioni. “Basti pensare che stiamo discutendo con il governo la norma anticendio che dovrà entrare in vigore a partire dal 2024, ma se non abbiamo i fondi necessari a mettere a norma le strutture degli atenei poi dovremo chiuderle. La sostenibilità non può non riguardare la riqualificazione sia da un punto di vista energetico, che strutturale”.

Semplificare per fare ricerca

Bernini durante il suo intervento ha parlato più volte di semplificazione. “Oggi è fondamentale non solo per le procedure del Pnrr che ormai sno state fatte, ma per quelle future – continua Scuttari -. Oggi le università si muovono più che mai in un mondo che non è quello di venti anni fa, è sovranazionale e internazionale, è integrato in normative diverse, senza i giusti strumenti non si può far crescere la ricerca e creare delle nuove eccellenze”. Il direttore dello’Università di Padova ha poi ricordato che anche dal punto di vista fiscale le cose vanno “chiarite”. “In un futuro in cui ci sarà sempre di più integrazione pubblico-privata nella ricerca dovrebbero essere chiartiti alcuni strumenti fiscali. Questo è un fattore che deve essere chiaro e deve essere affrontato quanto prima in una normativa fiscale”. Il direttore ha ricordato, poi, come il ministro Bernini abbia osservato il cambiamento all’interno del mondo universitario rispetto a quando insegnava: “Ha trovato un sistema migliore di quello lasciato. Questo ci fa picere ma non possiamo permetterci di non centrare gli obiettivi che abbiamo nei prossimi anni come sistema università”.

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