Quel gran pasticcio del concorso docenti: annullata la prova suppletiva. Centinaia di prof verso il licenziamento

Con una sentenza del 24 gennaio il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso del Ministero dell’Istruzione. Per i giudici l’impedimento di aver contratto il Covid prima della prova del 2021 non era sufficiente per chiedere lo svolgimento di un altro concorso. Ira dei sindacati.

Concorso annullato e prof licenziati: sembra essere questo il destino di centinaia di docenti che avevano partecipato alla prova suppletiva (svolta nell’aprile del 2023) del concorso ordinario per l’abilitazione all’insegnamento previsto per il 2021. Il Consiglio di Stato, con la sentenza n.766 del 24 gennaio scorso, ha sancito che quella prova non doveva essere svolta vista “l’irrilevanza degli impedimenti soggettivi dei concorrenti, pure se causati da caso fortuito o forza maggiore, ai fini della partecipazione al concorso” di fatto annullando la sentenza del TAR che avevo ordinato le prove suppletive.

L’irrilevanza era il legittimo impedimento avanzato dai molti partecipanti che alla vigilia del concorso del 2021 avevano contratto il Covid dovendo così rinunciare, loro malgrado, a poter uscire di casa per partecipare alla prova. Un principio che era stato sancito dal TAR che, accogliendo il ricorso dei sindacati, aveva ordinato lo svolgimento di una prova supplettiva nell’aprile del 2023.

Oggi però il Consiglio di Stato, su ricordo del Ministero dell’Istruzione, ha ribaltato quella sentenza cancellando la prova suppletiva e di fatto aprendo al licenziamento di quei docenti che erano risultati vincitori e che oggi si trovano a ricoprire delle cattedre nelle scuole di tutta Italia, da Nord a Sud.

“Si tratta di una sentenza che valutiamo illogica e ingiusta e che provocherà l’assurda situazione in cui docenti che hanno superato un concorso pubblico (alcuni con il massimo dei voti) e stanno svolgendo l’anno di prova con profitto verranno licenziati come se nulla fosse accaduto” ha tuonato la Flc Cgil.

Tra le tante storie di docenti beffati c’è quella di Roberta Cetro, prof emiliana, che a Repubblica ieri ha parlato della sua particolare condizione. “Il concorso per la scuola si tenne in dicembre, nel picco dei contagi, con diecimila nuovi casi di Covid al giorno solo in Emilia-Romagna – ha spiegato in un’intervista – Eravamo tutti malati o in quarantena, andando a scuola moltissimi insegnanti si sono contagiati. Io ero in ospedale con la polmonite, non potevamo avere il Green Pass valido perché l’Ausl lo sospendeva dopo un tampone positivo. Una situazione del tutto eccezionale, che coinvolgeva centinaia di candidati. Abbiamo fatto ricorso al Tar per chiedere una prova suppletiva, io sono in un gruppo di 46 insegnanti che la Cgil ha supportato. Il Tar ci ha dato ragione, riconoscendo l’eccezionalità della situazione. Il concorso c’è stato nel 2023, l’ho passato con il massimo dei voti. Ero felicissima quando mi hanno dato la cattedra, anche se Castellarano dove insegno è a 40 chilometri da casa mia. Mi sono organizzata, ho iscritto mia figlia lì alla materna, ogni mattina alle 6.30 partiamo tutte e due in macchina e arriviamo a scuola, ho due classi prime in cui insegno inglese e italiano, pensavo che le mie peregrinazioni fossero finite. In 8 anni di precariato ho avuto 20 classi diverse, ma finalmente avevo il posto fisso”.

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