Istat, persi 456mila occupati. Giovani e donne i più colpiti

Segnale di miglioramento nell’ultimo quadrimetre: il numero di occupati è aumentato dello 0,2%

Persi 456mila occupati nel 2020, lo certifica l’Istat che parla di flessione “senza precedenti”. Il quadro che emerge dal report dell’Istituto italiano di statistica è disarmante: -249mila posti di lavoro persi per le donne, -207mila per gli uomini. Principalmente l’occupazione è calata al Nord e al Sud, mentre ha retto meglio il Centro.

La fascia di età più colpita è quella dei più giovani (15-34 anni) che accusa una diminuzione degli occupati del 5%. Male anche la fascia mediana (35-49 anni) che segna un meno 3,2%. Aumentano invece gli occupati over 50 che sono 113mila in più di un anno fa. Probabile che in questa dinamica abbia pesato il blocco dei licenziamenti che ha finito per scaricarsi soprattutto su contratti a termine non rinnovati, più diffusi tra i lavoratori più giovani.

Azzerati i recuperi registrati nel 2018 e 2019, si torna ai valori del 2017. Per effetto di queste flessioni il tasso di occupazione, ossia la quota di popolazione in età lavorativa che è effettivamente impiegata, è diminuito dell’1% al 58,1%. I due dati sono solo in apparente contraddizione. La quota di disoccupati indica infatti chi sta cercando un lavoro ma non lo trova. Se si smette di cercare tecnicamente non si è più disoccupati ma si diventa inattivi che infatti crescono dell’1,6%. L’aumento può essere dovuto principalmente al cosiddetto effetto scoraggiamento, viste le condizioni complessive del mercato del lavoro si rinuncia o si rimanda la ricerca di un’occupazione.

Segnale di miglioramento nell’ultimo quadrimetre dell’anno: il numero di occupati è aumentato dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Sono saliti i contratti a tempo indeterminato (+ 0,6%) che hanno compensato il calo di quelli a termine giunti a scadenza e non rinnovati. Rispetto al periodo ottobre-dicembre di un anno fa i contratti a tempo determinato sono addirittura il 12,3% in meno. Risale al 58,2% il tasso di occupazione, mentre quello di disoccupazione scende al 9,2%. In lievissimo aumento il tasso di inattività. 

Dei 456mila occupati persi le ragazze tra i 15 e i 24 anni sono in assoluto la categoria più colpite dalla disoccupazione con un tasso che supera il 31%. Tra i cittadini stranieri il tasso di disoccupazione è quasi doppio rispetto agli italiani: 14,5 contro 8,9%. I cali più forti riguardano le professioni artistiche e di intrattenimento (- 16% rispetto all’anno prima) seguite da quelle nel turismo e ristorazione (- 15%). Aumentano viceversa gli occupati nelle costruzioni (+ 4,3%), così come nella sanità (+ 0,6%) e nelle tlc (+ 1,4%).

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