Perchè i ricercatori stanno occupando il CNR?

La protesta è partita dopo che il direttore generale ha comunicato che 400 precari storici non saranno stabilizzati. Ma la presidente Carrozza si è pronunciata per la stabilizzazione

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), presieduto dall’ex ministra Maria Chiara Carrozza, è occupato da giovedì 18 novembre dai ricercatori precari. Secondo i sindacati “il più grande ente di ricerca pubblico del Paese, negando l’utilizzo per l’assunzione di detto personale dei 22,8 milioni di euro messi a disposizione dal Decreto Rilancio dell’agosto 2020 (che il Consiglio di Amministrazione dell’Ente nella sua riunione odierna riallocherà alle spese per il personale), di fatto lascia senza lavoro quasi 400 lavoratrici e lavoratori che da anni e anni, senza alcuna tutela, contribuiscono al prestigio dell’Ente”. Di qui l’annuncio di un presidio permanente contro una decisione “immorale, assurda, incomprensibile e inaccettabile“. La mobilitazione continuerà “fino a quando l’Ente non procederà all’assunzione di tutti gli aventi diritto”.

Tutto è iniziato da un tavolo insieme al direttore generale dell’ente, Giuseppe Colpani, in cui a dichiarato “che l’Ente utilizzerà solo poco più di 3 milioni (a fronte di una disponibilità di circa 33 milioni) per il processo di stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori precari che attendono ormai da anni e che hanno superato almeno due procedure concorsuali”, hanno fatto sapere le sigle sindacali.

L’iniziativa della presidentezza Carrozza

All’inizio di agosto i 400 ricercatori, riuniti nella sigla “Precari uniti CNR”organizzarono un presidio per chiedere certezze alla presidente del CNR Maria Chiara Carrozza, che aveva assicurato di voler iniziare una trattativa per la loro stabilizzazione.

Il 22 settembre i rappresentanti dei ricercatori precari sono stati ricevuti dai componenti del Consiglio di amministrazione del CNR, che li hanno rassicurati in merito alle assunzioni. Altre promesse, poi disattese, sono arrivare l’11 ottobre dal nuovo direttore generale dell’ente, Giuseppe Colpani, che durante un incontro con una rappresentanza dei ricercatori precari ha annunciato di avere a disposizione 33 milioni di euro per l’assunzione di personale, di cui 23 milioni di euro stanziati dal decreto Rilancio approvato nel giugno 2020.

La risposta della politica ai ricercatori

Il senatore Francesco Verducci, vicepresidente della commissione cultura del Senato, spiega che l’amministrazione del Cnr “oggi propone di assumere per quest’anno non più di 60 dei 350 tra ricercatori e tecnologi che hanno maturato i requisiti per l’assunzione” e “rimandare al 2022 qualsiasi decisione, sconfessando così le numerose deliberazioni che Governo e Parlamento hanno espresso. La stessa Presidente Carrozza, nel corso di recenti audizioni in Senato, ha affermato la volontà di portare a completamento le procedure di stabilizzazione prima di introdurre i nuovi criteri di reclutamento oggi in discussione”.

La ministra dell’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa, nei giorni scorsi ha chiesto all’ente “di fare un piano di rilancio, e di avere un monitoraggio esterno di questo piano. Perché non ci può essere un piano di rilancio senza confrontarsi con il mondo, altrimenti diventa un esercizio autoreferenziale di cui proprio non abbiamo bisogno”.

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