Patrick Zaki è stato scarcerato dopo 22 mesi di prigionia in Egitto. Le prime foto diffuse lo ritraggono davanti a un commissariato di Mansura, mentre abbraccia la madre e la sorella subito dopo la liberazione. “Tutto bene”, ha detto in italiano rispondendo ai giornalisti. La liberazione per lo studente dell’università di Bologna è stata decisa ieri dal giudice monocratico, ma rimane imputato con l’accusa di diffusione di false informazioni dopo aver pubblicato un articolo in cui denunciava le mancate garanzie offerte dal regime di Abdel Fattah al-Sisi nei confronti della popolazione copta del Paese. Di fatto c’è stata però una piccola apertura da parte dell’Egitto nei confronti dell’Italia ed è la prima dall’omicidio di Giulio Regeni.
La gioia e il murales per Regeni
“Aspettavamo di vedere quell’abbraccio da 22 mesi”, ha commentato all’agenzia Ansa il portavoce di Amnesty International Italia Riccardo Noury, “e quell’abbraccio arriva dall’Italia, da tutte le persone, tutti i gruppi e gli enti locali, l’università, i parlamentari che hanno fatto sì che quell’abbraccio arrivasse. Un abbraccio soprattutto ai mezzi di informazione che hanno tenuto alta l’attenzione per questi 22 mesi. Ora che abbiamo visto quell’abbraccio aspettiamo che questa libertà non sia provvisoria ma sia permanente. E con questo auspicio arriveremo al primo febbraio, udienza prossima”. Intanto questa mattina a Roma, nei pressi di Villa Ada e proprio dove c’è la sede dell’ambasciata d’Egitto in Italia, è comparso un murales con Giulio Regeni che abbraccia Patrick Zaki. A firmare l’opera è la street artist Laika: raffigura il ricercatore italiano ucciso in Egitto nel 2016 che cinge la vita di Zaki dicendogli: “Ci siamo quasi”. Lo studente risponde: “Stringimi ancora”. A chiudere l’opera la scritta, in arabo, “Innocente”.
La soliderietà del mondo per Zaki
Tanti i messaggi arrivati in queste ore dalla politica. “Eccolo Patrick Zaki: appena uscito dal carcere. Il primo abbraccio. L’immagine di un giorno bello, di speranza”, ha scritto su Twitter il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, postando una delle prime foto. Poco dopo ha parlato anche il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio: “Un abbraccio che vale più di tante parole. Bentornato Patrick!”, ha scritto su Facebook. Parole di entusiasmo sono arrivate anche da Bologna, la città adottiva di Patrick Zaki che in questi mesi ha più volte fatto sentire la sua voce per chiedere la liberazione dello studente: “Oggi è una giornata di festa, anche se non bisogna abbassare la guardia fino al completo proscioglimento dalle accuse”, ha dichiarato il rettore dell’università Giovanni Molari. “Speriamo che Patrick possa mettersi alle spalle questi due anni dolorosi e possa tornare presto ai suoi studi qui a Bologna, nella sua università. Il suo posto è qui, nella nostra comunità, assieme ai suoi compagni e ai docenti che non vedono l’ora di riabbracciarlo”.