Patrick Zaki sarà scarcerato. Il rettore Molari: “Pieni di gioia ma continueremo a lottare fino a quando non potrà tornare a Bologna”

Lo studente egiziano non è stato assolto ma uscirà dal carcere e resterà libero almeno fino alla prossima udienza: il processo va avanti. Di Maio: “Primo obiettivo raggiunto”

Patrick Zaki sarà scarcerato: l’annuncio è stato dato dal tribunale di Mansura, in Egitto, dove si è tenuta la terza udienza del processo, tra le urla di gioia della famiglia. Lo studente egiziano dell’Università di Bologna non è stato però assolto: resterà libero fino alla prossima udienza, fissata per il primo febbraio: secondo le prime informazioni,  gli sarebbe stato imposto l’obbligo di firma. Non si sa al momento quando uscirà di prigione, forse già oggi. L’ordine di scarcerazione è comunque già stato firmato. 

Zaki, accusato di aver diffuso false notizie con articoli di giornale, detenuto da 22 mesi, era presente in aula durante l’udienza di oggi: vestito di bianco, tradizionale colore degli imputati, ha detto di stare bene a un diplomatico italiano che ha potuto parlargli velocemente. Lo studente egiziano ha ringraziato l’Italia per la vicinanza e la mobilitazione. 

La gioia della famiglia di Patrick Zaki

ll’annuncio della scarcerazione di Patrick Zaki, la famiglia e alcuni attivisti si sono lasciati andare a urla di gioia. Lo riporta l’inviato Ansa sul posto. Fuori dal tribunale erano presenti il padre, la madre, la sorella, gli amici e alcuni attivisti. Lo studente al momento della comunicazione non era in aula. 

Per Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, è “un grande sospiro di sollievo: finisce il tunnel del carcere”. La speranza è che il rilascio sia “il primo passo per arrivare poi ad un provvedimento di assoluzione”. “L’idea che Patrick possa trascorrere dopo 22 mesi una notte in un luogo diverso dalla prigione  – ha detto Noury – ci emoziona e ci riempie di gioia. In oltre dieci piazze italiane questa sera scenderemo con uno stato d’animo diverso dal solito e più ottimista”. 

Molari e Di Maio

“Il primo obiettivo è stato raggiunto”, commenta il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, che ringrazia tutto il corpo diplomatico. Ora bisogna “continuare il lavoro silenzioso”, fino all’assoluzione. “Quello di oggi è un passo avanti importante dopo quasi due anni di detenzione – dichiara a Corriereuniv.it il rettore dell’Università di Bologna Giovanni Molari – soprattutto perché permetterà finalmente a Patrick di abbandonare le opprimenti condizioni di vita dettate dalla reclusione e ritrovare i suoi affetti e la sua famiglia”. Il rettore dell’Alma Mater non nasconde la propria felicità ma invita a non perdere di vista l’obiettivo: “Siamo pieni di gioia per Patrick e per i suoi cari. Ma continueremo a lottare e a farci sentire fino a quando non potremo accogliere nuovamente Patrick a Bologna. Fino a quando la sua grande comunità, quella dell’Alma Mater, non potrà nuovamente riabbracciarlo”.

Il rischio della “porta girevole”

“Più di tutto però temiamo che possano arrestarlo domani imputandogli nuovi capi d’accusa“. Amr Abdelwahab è membro del movimento Patrick libero e parla con le agenzie stampa al termine dell’udienza appena conclusa presso la seconda divisione del Tribunale di Emergenza per i reati minori di Mansoura, nel nord dell’Egitto, a carico dello studente dell’Università di Bologna Patrick Zaki. Abdelwahab cita il meccanismo della cosiddetta “porta girevole”, una pratica denunciata da organizzazioni come Amnesty International o Human Rights Watch, con cui la magistratura egiziana incarcera una persona poche ore dopo che è sopraggiunto il rilascio, l’assoluzione o il termine dei due anni di detenzione preventiva previsti dalla legge. Per le associazioni, queste pratiche giudiziarie sono un modo per “imbavagliare e tenere dietro le sbarre le voci critiche contro il governo”.

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