PALERMO -Esami venduti all’Università: chiesti 10 anni di reclusione per la segretaria

esami venduti

Esami venduti – Mille euro ad esame. Era questo il prezzo da pagare all’Università di Palermo per farsi caricare nel sistema informatico prove in realtà mai sostenute prima. Quella scoperta dall’inchiesta coordinata dai pm Sergio Demontis e Amelia Luise è una vera e propria organizzazione ben oleata, che regalava voti ed esami alle Facoltà di Economia, Giurisprudenza e Architettura.

Il gioco era semplice: fulcro vitale del gruppo era Adriana Paola Cardella, ex vicaria della segreteria, che caricava insieme all’aiuto altri due funzionari (finiti ai domiciliari) i voti nel sistema informatico dell’Ateneo. A coordinare le relazioni con gli studenti ci pensava Francesco Giaconia, 28 anni, ex frequentante dell’Ateneo, che aveva il compito di adescare gli studenti in difficoltà e proporre loro il “gioco del caricamento”.

Sono più di trenta gli studenti coinvolti nell’indagine, partita già nel luglio del 2010, in seguito ad una strana aggressione nei cortili dell’Università siciliana. In molti, insomma, avrebbero beneficiato delle materie comprate, e conseguito in maniera rapida una laurea del tutto immeritata: qualcuno, secondo gli atti, avrebbe pagato per ottenere addirittura 25 materie della Facoltà di Economia.

Nella giornata di ieri il pm Amelia Luise ha chiesto la condanna a 10 anni di reclusione per la segretaria Paola Adriana Cardella, con l’accusa di aver caricato sul sistema dell’Università 71 esami che in realtà non sarebbero mai stati sostenuti dagli studenti. La stessa segretaria era già stata licenziata dall’Ateneo, in seguito ad un’indagine interna.

Coinvolti anche gli stessi ragazzi dell’Ateneo: Francesco Mattina, studente, per il quale è stato richiesto un anno di reclusione, e Claudia Vitella, che rischia dieci mesi. Altri studenti, invece, hanno chiesto il patteggiamento, con pene da sette mesi a due anni. Quello di Palermo è solo l’ultimo di una serie di casi che stravolge il sistema universitario nazionale: uno scandalo dietro l’altro, insomma, che allunga le incertezze su un panorama che sembra davvero da riformare.

 

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