Un accenno di mento nel fossile di un Neanderthal scoperto in Italia e’ la prima caratteristica fisica che dimostra un incrocio tra le due specie. Il risultato, pubblicato sulla rivista Plos One, si deve a un gruppo internazionale che vede una grande partecipazione italiana. Coordinato dalla paleontologa Laura Longo, dei Musei Civici Fiorentini, vi partecipano l’archeologo Paolo Giunti, David Caramelli e Martina Lari, dell’universita’ di Firenze, e Silvana Condemi, del Consiglio Nazionale delle Ricerche francese (Cnrs).
Gli studi sono stati condotti sulla mandibola fossile dell’uomo di Neanderthal scoperto a Riparo Mezzena (Verona), risalente a un periodo compreso fra 40 e 30.000 anni fa. ”Analizzando la mandibola di questo Neanderthal e grazie a un modello al computer, abbiamo individuato delle convergenze fisiche con il Sapiens”, spiega Longo, coordinatrice del progetto di ricerca sui ‘Fossili umani veronesi’. Il carattere fisico in comune si trova nella zona del mento: non e’ piu’ sfuggente come nei Neandertaliani classici, ma comincia a manifestarsi nel Neanderthal come un accenno di mento. Combinando i dati sulle analisi del Dna che si eredita per via materna, chiamato Dna mitocondriale, con quelli delle caratteristiche fisiche dei resti, risulta che gli incroci sono sempre nati da coppie formate da femmine Neanderthal e maschi Sapiens