Nei fast food piatti light, e aumenta il fatturato di 17 catene alimentari

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La patria dei ‘fast food’ sta cambiando rotta a tavola per fermare l’epidemia di obesita’. Quasi il 39% degli americani e’ in sovrappeso e la paura delle malattie legate ai chili di troppo, come il diabete e le patologie cardiovascolari, sta influenzando anche le abitudini alimentari della popolazione.

Un esempio e’ la diminuzione nel consumo di un mito della cucina a stelle e strisce, le patatine fritte da asporto. Cosi’ anche le grandi catene di ristoranti e ‘fast food’ hanno fiutato la svolta e si stanno adeguando servendo pasti con un basso contenuto calorico nel tentativo di intercettare i consumatori piu’ sensibili e aumentare anche i profitti.

A rivelarlo e’ lo studio dell’Hudson Istitute: ‘Lower-Calorie. It’s just good business’. Un lavoro che ha monitorato l’impatto finanziario dei menu ‘light’ su 21 catene nazionali di ristoranti tra cui anche Burger King, Chilis’s e McDonald’s.

Ebbene e’ emerso che la scelta delle aziende di passare dal classico e tradizionale piatto super calorico ad un menu’ piu’ leggero, con la portata principale del pasto che non supera le 500 calorie, e’ stata vincente. Sono aumentati i clienti e il fatturato: piu’ 5,5% nelle vendite e piu’ 10,9 % di clientela. La ricerca ha evidenziato come tra il 2006 e il 2011 inserire tra l’elenco dei piatti e delle bevande a disposizione del cliente alimenti e bevande con meno calorie e’ stato “il motore della crescita per 17 catene della ristorazione. Ma non solo, questo cambio ‘dietetico’ ha avuto un tasso di gran lunga migliore di rendimento sull’investimento iniziale”.

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