Messa: “Linee guida condivise contro il linguaggio dell’odio”. Udu: “Dotare le università di strumenti concreti”

“Promuovere un coordinamento sistematico delle azioni di sensibilizzazione da parte degli atenei attraverso, per esempio, un gruppo di lavoro che cerchi di dare continuità e una linea comune alle già molteplici attività tuttora in corso e ai servizi evidenziati”

“Dalle università emerge la volontà di esplicitare più chiaramente il protocollo di segnalazione dei fenomeni di violenza, discriminazione, intolleranza, raccordandosi anche con le associazioni studentesche per il monitoraggio delle casistiche”. Lo ha detto la ministra dell’Università e Ricerca, Maria Cristina Messa, in audizione al Senato davanti alla Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza.

Nel corso dell’audizione la ministra ha dato conto dei risultati della rilevazione condotta dal ministero sulle misure intraprese dagli atenei italiani e raccolte grazie alla rete Unire-Università contro la violenza di genere. “Per incentivare a una maggiore attenzione sul tema – ha proseguito Messa – le università propongono di rafforzare analisi e interventi contro il linguaggio d’odio a livello sociale, culturale, informativo e istituzionale, di progettare linee guida condivise e capaci di saldare la didattica e la ricerca scientifica d’eccellenza con il dibattito culturale, politico e pubblico in atto nella società, di rafforzare le reti tra le istituzioni locali e le università per la condivisione e l’integrazione di obiettivi e strategie di intervento, di prevedere un maggiore consolidamento ed estensione dei network nazionali e internazionali”. Messa ha sottolineato infine che “sulla base di quest’analisi, il ministero dell’università e della ricerca conferma la centralità e la continuità dell’attività didattica, ricerca e terza missione sul tema e intende promuovere un coordinamento sistematico delle azioni di sensibilizzazione da parte degli atenei attraverso, per esempio, un gruppo di lavoro che cerchi di dare continuità e una linea comune alle già molteplici attività tuttora in corso e ai servizi evidenziati”.

Il commento degli studenti sull’iniziativa

“Le iniziative promosse dagli Atenei e dal ministero segnano che si inizia finalmente ad affrontare i temi relativi alle discirminazione e al contrasto dei discorsi d’odio. Tuttavia la complessità di suddetti temi richiede che vengano affrontati in maniera strutturale e agendo su più fronti: in primis quello della ricerca sulle discipline sociali, che oggi è spesso marginalizzata in termini di investimenti e questo non consente di avere gli strumenti teorici per indagare e comprendere a pieno i fenomeni di discriminazione e formulare delle risposte efficaci”, afferma il coordinatore dell’Unione degli Universitari Giovanni Sotgiu.

“In secondo luogo – conclude lo studente – è necessario dotare le università di strumenti quali gli sportelli di segnalazione e contrasto alla violenza di genere, atti anche a costruire una sensibilizzazione strutturale e continuativa rivolta a tutta la comunità accademica. Partendo dal presupposto, però, che l‘università stessa è lastricata di casi di discriminazione e violenza, per quanto spesso taciuta e subdola; anche in funzione delle dinamiche di potere che vi si instaurano e che nella maggior parte dei casi non consentono una denuncia o una presa di posizione netta su questi temi. In buona sostanza le azioni da intraprendere spaziano su molti campi e necessitano di risposte concrete e differenziate sulla base dei singoli temi perché ognuno di questi presenta cause, sviluppi e dinamiche profondamente radicate nel nostro contesto socio-culturale e che non possono perciò essere derubricate o semplificate”.

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