Messa: “Docenti controlleranno green pass agli studenti”

Se uno studente non avrà il certificato verde “verrà fatto uscire”. La multa di 400 euro “verrà applicata dalle autorità solo in casi particolari”.

Dopo la vicenda dell’ennesimo errore nei test di Medicina a risposta multipla per l’ingresso alle facoltà a numero programmato, dal ministero dell’Università arriva un’altra novità sul green pass: i controlli verranno fatti dai docenti nelle classi. “Il controllo sarà a campione. Agli esami potrà farlo il professore o un suo delegato, prima dell’interrogazione. Per i docenti e il personale universitario il controllo è uno a uno”, è quanto ha dichiarato la ministra Maria Cristina Messa in un’intervista al Corriere della Sera. Quindi non ci saranno controlli all’ingresso dei campus; ogni studente sarà libero di girare negli atenei senza nessun controllo.

E cosa succede ad uno studente se non ha il green pass? “Si farà uscire, un po’ come sul treno”, afferma la ministra. Mentre per quanto riguarda la multa di 400 euro “verrà applicata dalle autorità preposte solo in casi particolari”. E sull’appello dei 600 docenti universitari, tra cui lo storici Barbero, contro l’obbligo del green pass in università la ministra non si mostra preoccupata: “L’ho appreso dai giornali, non mi sembra che in generale ci sia una preoccupazione sul green pass”.

L’università tornerà in presenza? Solo a parole. Anzi, neanche più in quelle. Almeno secondo la risposta della ministra Messa alla domanda se il suo dicastero avesse l’intenzione di andare incontro ai docenti che preferirebbero la mascherina piuttosto che dimezzare gli spazi nelle aule. “Le università potranno riaccogliere circa il 75 per cento dei loro studenti in presenza. Per i corsi più numerosi dovranno usare la didattica integrata con lezioni miste anche online. Il distanziamento è una misura decisa dal Cts, non si può cambiare”.

E sugli errori del test di Medicina che sta già attivando migliaiai di ricorsi, l’ennesimo fatto da chi viene pagato per controllare e redigere il test, la ministra è ambigua: da una parte dice di voler istituire “un gruppo di lavoro per studiare alternative con due vincoli: deve restare nazionale per evitare che ci siano raccomandazioni come succedeva in passato e deve rimanere basato sul fabbisogno che esprimono le Regioni”, dall’altra afferma che “se finora non si è trovata un’alternativa non credo che si riuscirà a cambiare. Lo sbarramento deve comunque restare perché non si possono attivare corsi per 70 mila studenti”. Più che certezze sui controlli, si aprono nuovi dubbi ed interrogativi.

Leggi Anche:

Total
5
Shares
Lascia un commento
Previous Article

Educazione stradale, le scuole in prima linea. Numerosi i giovani formati con i programmi Edustrada

Next Article

Mascherine Fca "nocive" consegnate alle scuole

Related Posts