Maturità dei Vip – Sofia Viscardi: "Abbastanza matura"

È al primo posto della lista dei “100 under 30” più influenti nei media stilata da Forbes. Ha oltre 1 milione e mezzo di follower su Instagram, ma specialmente può vantare oltre 75 milioni di visualizzazioni su YouTube, da dove tutto è partito. Oltre ai numeri realizzati sul web, Sofia Viscardi è anche una scrittrice, ultimamente prestata al cinema dove ha “debuttato” con “Succede”, il film tratto dal suo omonimo libro. Noi ve la presentiamo qui, ma ai lettori della Guida sarà riservato un incontro ravvicinato in esclusiva il 6 Giugno a Roma, al Mondadori Store in via Tuscolana.
Oltre 100.000 le copie vendute da “Succede”, 1 milione e mezzo di follower su Instagram, ma specialmente 75 milioni di visualizzazioni su YouTube, da dove tutto è partito. Prima che una scrittrice sei una vera e propria youtuber. Sofia, cosa ti ha spinto ad aprire un canale youtube?
La voglia di aprirmi a confronti nuovi, l’amore sconfinato per la comunicazione e il rapporto con gli altri. Mi sono approcciata ad internet perché era alla portata di tutti e Youtube è un bellissimo mezzo per parlare con persone nuove. Volevo uscire dalla mia quotidianità e così ho cominciato a raccontare e raccontarmi tramite questa piattaforma.
Su questo canale hai postato sfoghi virtuali su amici, compiti, genitori, brutti voti, primi amori. Un modo per sopravvivere all’adolescenza?
In un certo senso sì. L’ho sempre fatto perché piaceva e soddisfaceva in primo luogo me.
Dai social a “Succede”, un romanzo generazionale che usa il linguaggio dei social e racconta una storia d’amore tra adolescenti ambientata a Milano. La scrittura di un romanzo era un tuo sogno nel cassetto o “è successo” tutto un po’ per caso?
Ho sempre scritto. Per me stessa. Collezionavo pensieri e diari di ogni genere. Ogni mezzo soddisfa un’esigenza diversa e mentre mi raccontavo tramite internet ho sentito un’esigenza di tipo differente. Il ritorno alla carta quindi è avvenuto in maniera molto naturale. Trovo che la scrittura sia il mezzo più efficace ed intimo per parlare di emozioni e così ho raccontato una storia in modo diverso.
Parli la lingua dei ragazzi e ti fai capire anche dai grandi. Come sei riuscita a mettere in comunicazione due universi così diversi?
È avvenuto in maniera spontanea. Quando ho scritto “Succede” ho usato esclusivamente il mio linguaggio, senza filtri o mediazioni, pensando potesse essere un romanzo comprensibile solo dai miei coetanei. Invece non è stato così. È piaciuto molto anche ai genitori proprio per la sua freschezza nel modo di esprimersi. Parliamo tutti la stessa lingua anche se con sfumature e colori differenti. Mia nonna dopo averlo letto mi ha detto “i modi e i tempi in cui vi dite le cose sono totalmente cambiati, ma le emozioni di cui hai scritto sono esattamente quelle che provavo io quando avevo la tua età”
Tra le altre cose, sei al primo posto della lista dei “100 under 30” più influenti nei media stilata da Forbes. Una grande responsabilità…
Sicuramente. Ma la vivo serenamente. Non mi piace sentirmi sotto pressione. Parlo in modo sincero e spontaneo, ma sono umana e in quanto tale sbaglio anche io. Mi permetto di farlo e con chi mi segue ho un rapporto amichevole. Sanno che quello che dico non è necessariamente giusto. È bello perché abbiamo un confronto. Non sono un modello, ho solo tante persone che hanno voglia di ascoltarmi e parlare con me.
Uno dei tuoi video con più visualizzazioni (un milione e 300mila) è di aprile 2015 ed è intitolato “Con chi sono fidanzata?”. Molte più visualizzazioni rispetto all’intervista che hai realizzato con Saviano. Insomma, ma cosa cercano i giovani sul web?
Svago. Intrattenimento. Dipende. Utilizzo internet anche molto per informarmi e leggere notizie. Ogni mezzo può essere usato in maniera giusta o sbagliata. Non mi sono mai troppo basata sull’interesse degli utenti. Mi sono sempre divertita raccontando quello che ritenevo giusto. Mi piace utilizzare la mia visibilità per raccontare iniziative sociali o progetti che altrimenti ai miei coetanei arriverebbero difficilmente, ma mi piace anche divertirmi con loro.
È vero che in fondo siamo un po’ tutti schiavi della tecnologia?
In un certo senso sì, ma non gli darei un’accezione negativa. È parte della nostra vita, è un’opportunità gigante che abbiamo per comunicare in modo diverso. Sarebbe come dire che siamo schiavi della parola: certo che lo siamo! Siamo animali sociali e in quanto tali abbiamo bisogno di comunicare tra di noi. Non è un male avere la possibilità di farlo tramite tanti mezzi diversi. È ovvio che, come ogni cosa, ha i suoi lati positivi e i suoi lati negativi. Il problema non è la tecnologia o i nuovi strumenti che abbiamo a disposizione, quelli ormai sono parte di noi, l’accento si dovrebbe porre su come vengono utilizzati o su chi ci insegna ad utilizzarli. Per adesso la risposta è: nessuno. Ci viene insegnato come parlare, come leggere, come scrivere, come allacciarci le scarpe e come rapportarci con le altre persone, ma siamo totalmente autodidatti nell’utilizzare dei mezzi che ormai costituiscono una parte vera e propria dell’esistenza che conduciamo. Il problema non è “quanto” bensì “come”.
Passiamo al tuo ultimo romanzo “Abbastanza”, che sarebbe dovuto uscire a Natale. Ma hai preferito aspettare un po’ per lavorarci meglio. Quanto ha influito su questa tua scelta il diploma?
Sicuramente mi ha tenuto molto impegnata fino a Luglio, ma mi è anche servito per crescere e maturare anche dal punto di vista della scrittura. Ho studiato tanto e mi è servito. Ho incominciato a scriverlo subito dopo perché prima ero concentrata solo sulla maturità. Questo ha ristretto i tempi e ho deciso di uscire un po’ più tardi per prendermi ancora un po’ di tempo e finire il romanzo in modo che mi soddisfacesse al cento per cento.
Raccontaci un po’ della tua maturità: come è stata la tua notte prima degli esami?
A pensarci adesso non troppo tragica, ma in realtà in quel momento volevo solo sparire. L’unica cosa che continuavo a ripetermi per andare avanti era: “l’hanno fatta tutti, puoi farlo anche tu”.
Passiamo invece alla domanda di rito: la prova più difficile?
La seconda prova. Per la prima non ho mai avuto problemi, mi piace scrivere e sono molto creativa. Per la terza prova i professori interni hanno cercato di aiutarci, quindi è stata meno terribile. La seconda prova era incomprensibile! Anche il professore aveva difficoltà a decifrarla, per questo motivo ha deciso di valutare le competenze sull’argomento richiesto e non la lettura del grafico. Alla fine è andato tutto benissimo.
Alla fine, questa maturità è stata “abbastanza” sorprendente?
Devo dire di sì. La mia esperienza è stata un po’ particolare e per questo mi aspettavo molta meno clemenza da parte dei professori che invece hanno dimostrato di essere umani e di non volere in nessun modo il nostro male. Mi hanno permesso di vivermi la maturità in modo normale. Mi sono impegnata moltissimo, ma ho anche ottenuto i risultati che meritavo.
Hai intervistato Saviano, sei stata invitata al Quirinale dal Presidente Sergio Mattarella. Oggi come ti senti? Abbastanza matura?
Non si è mai abbastanza maturi. Di sicuro sono cresciuta molto, ma è normale. Spero di non smettere di crescere e di maturare mai.
Dopo il web e la carta stampata, hai “debuttato” al cinema con “Succede”, il film tratto dal tuo omonimo libro “Succede”. Una nuova sfida?
Per me non è stata proprio una sfida, ma un enorme divertimento, un’esperienza nuova che mi ha lasciato tanto di positivo. La sfida è stata affidarsi nelle mani giuste. Fatto quello, sentendomi protetta da Indigo Film e Francesca Mazzoleni, la grande sfida è stata per lei. Ha solo dieci anni in più di me, che però a questa età sono comunque molti e si è dovuta impegnare per raccontare i 16 anni senza giudizio. In modo puro, sincero e tenero. Io ho partecipato con gioia e osservato il suo bellissimo lavoro, ma mi sono sempre fidata perché ho capito subito che aveva la sensibilità giusta per trasformare la mia storia in qualcosa di magico.
Noi ti lasciamo con un grande in bocca al lupo per questa ultima scommessa cinematografica. Tu, invece, puoi lasciarci con due o tre pillole da dare ai ragazzi per sopravvivere a questa maturità che li aspetta?
Sembra scontato, ma: studiate. Perché a prescindere da tutto è sicuramente la cosa più importante per ottenere buoni risultati. E poi ricordatevi che la maturità l’hanno fatta tutti. Anche se sembra la cosa più tremenda del mondo è solo una prova per dimostrare che siete in grado di affrontare il mondo adulto che vi aspetta dopo.
 
L’intervista a Sofia Viscardi è stata tratta dalla Guida alla Maturità 2018, edita da Corriere dell’Università
 
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